AL CINEMA TEATRO IMPERO LA PRIMAVERA D’AUTORE IN UNA RASSEGNA

Al «Cinema Teatro Impero» la primavera d’autore in una rassegna

Da febbraio al primo maggio al «Cinema Teatro Impero» di Brindisi conviene. Dieci titoli che insieme fanno una rassegna da non perdere, per altrettanti week-end all’insegna del cinema d’autore. Spettacoli alle 18.30 e alle 20.30, tutti in prima visione nella nostra città, per un viaggio nella società contemporanea attraverso i temi che più attraversano il nostro tempo.

Si comincia il 24 e 25 febbraio con «Tre manifesti a Ebbing, Missouri», film scritto e diretto da Martin McDonagh, drammaturgo anglo-irlandese alla sua terza prova cinematografica. Una madre contro un ispettore di polizia nel cuore dell’America più gretta e brutale. Ebbing è la città dove Mildred, dopo lo stupro e l’omicidio della figlia, affitta dei cartelloni pubblicitari per accusare la polizia di non cercare abbastanza il colpevole.

Il week-end successivo, il 3 e 4 marzo, nella storica sala brindisina sarà proiettato «Loveless», che racconta una Russia moderna in cui le persone sono in balia di forze implacabili. Zhenya e Boris hanno deciso di divorziare. Non è però una separazione pacifica, ma si trascina rancori, risentimenti e recriminazioni. Entrambi hanno già un nuovo partner con cui iniziare una nuova fase della loro vita. C’è però un ostacolo difficile da superare: il futuro di Alyosha, il loro figlio dodicenne, che nessuno dei due ha mai veramente amato.

La rassegna continua il 10 e 11 marzo con «50 primavere» di Blandine Lenoir. Aurore è separata, ha appena perso il lavoro e scopre che presto diventerà nonna. La società la spinge a farsi gentilmente da parte, ma quando, per un caso, ritrova il suo amore giovanile, Aurore decide di opporre resistenza, rifiutando la rottamazione alla quale sembra destinata. E se fosse il momento di cominciare una nuova vita?

«L’altro volto della speranza» è il titolo del film in arrivo il 17 e 18 marzo. Diretto da Aki Kaurismäki e vincitore dell’Orso d’Argento a Berlino, il film affronta l’attuale e spinosa questione dei rifugiati con equilibrio, coraggio e ironia. Khaled è un rifugiato siriano che ha raggiunto Helsinki dove ha presentato una domanda di asilo che non ha molte prospettive di accoglimento. Wilkström è un commesso viaggiatore che vende cravatte e camicie da uomo e decide di lasciare la moglie e rilevare un ristorante in periferia. I due si incontrano e si aiutano. Nella società che li circonda non mancano però le voci del razzismo più becero.

Nuovo appuntamento il 24 e 25 marzo con «C’est la vie – Prendila come viene», film scritto e girato da Olivier Nakache ed Eric Toledano. Max è un wedding planner navigato e logorato alla vigilia di un matrimonio e di una consegna. L’ultima corvée è un ricevimento di nozze nel giardino di un castello del XVII secolo con sposa vaga, sposo pretenzioso, commensali borghesi e un’équipe fedele quanto incompetente. Niente ovviamente andrà come previsto e quelli che dovevano sorvegliare la riuscita dell’evento finiranno loro malgrado per boicottarlo.

La rassegna prosegue con «The party», in programma il 31 marzo e 1 aprile, l’ultima fatica della regista inglese Sally Potter in arrivo alla Festa di Roma dopo il passaggio, in concorso, all’ultimo Festival di Berlino. Un appartamento, sette persone e mille segreti con altrettante bugie: il tutto nell’arco di una serata. È quanto accade a casa di Janet e Bill, pronti a ricevere gli amici più stretti per un party celebrativo: la donna è stata nominata ministro-ombra della salute per i laburisti. Mentre la moglie sembra pregustare la vittoria maneggiando tra i fornelli, il marito appare preoccupato e distratto. È sufficiente una sua confessione a scatenare fra gli ospiti un dirompente effetto domino.

Il 7 e 8 aprile arriva «Figlia mia», film di Laura Bispuri con Alba Rohrwacher e Valeria Golino. Nell’estate in cui compie dieci anni, Vittoria scopre di avere due madri: Tina (Valeria Golino), madre amorevole che vive in rapporto simbiotico con la piccola, e Angelica (Alba Rohrwacher), una donna fragile e istintiva, dalla vita scombinata. Rotto il patto segreto che le lega fin dalla sua nascita, le due donne si contendono drammaticamente l’amore di una figlia. Vittoria (Sara Casu) vivrà un’estate di domande, di paure, di scoperte, ma anche di avventure e di traguardi, un’estate dopo la quale nulla sarà più come prima.

«Amori che non sanno stare al mondo» racconta il delicato momento in cui un amore finisce e si è sospesi fra il bisogno di riprenderlo e la necessità di accettare che non ci sia più. Diretto da Francesca Comencini, il dramma sentimentale arriva nella sala brindisina il 14 e 15 aprile. Claudia e Flavio si sono contrastati come docenti universitari ma anche molto amati intensamente. Ora la storia è finita anche se Claudia non vorrebbe che fosse così conservando con determinazione la speranza che si possa ricominciare. Intanto lui viene attratto da una donna più giovane e lei prova interesse per una sua ex studentessa.

Il 21 e 22 aprile è il week-end dedicato al nuovo film di Marco Tullio Giordana: «Nome di donna» è la storia di Nina (Cristiana Capotondi), una giovane donna che si trasferisce con la figlia in un paesino della bassa Lombardia. Ha trovato impiego in una prestigiosa clinica privata dove lavorano molte altre ragazze, italiane e straniere. Una piccola comunità femminile eterogenea e tuttavia molto unita, anche da un segreto.

L’ultimo appuntamento della rassegna è con «Un sogno chiamato Florida», in programma il 30 aprile e l’1 maggio. Il film di Sean Baker (titolo originale «The Florida Project») corre all’Oscar con Willem Dafoe, tra i nominati nella categoria di miglior attore non protagonista. In Italia sarà in sala in primavera, distribuito da «Cinema» di Valerio De Paolis. La piccola Moonee ha sei anni e un carattere difficile. Lasciata libera di scorrazzare in un motel alla periferia di Disney World, la bambina passa il suo tempo con un gruppo di monelli del posto e i suoi scherzi non sembrano preoccupare troppo la giovane madre Halley che, dovendosi barcamenare in una situazione precaria come gli altri abitanti del motel, è troppo concentrata su come riuscire ad andare avanti, più o meno onestamente…

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