ASSONAUTICA BRINDISI – SI FACCIANO RIAPRIRE LE AZIENDE NAUTICHE

Al Presidente della Regione Puglia
Dr Michele Emiliano
Al Sindaco della Città di BRINDISI
Dr. Riccardo ROSSI

Oggetto: Cantieri Nautici e Nautica da Diporto – Covid 19.

Egregio Presidente, Egregio Sindaco,
la presente in questo momento di grande difficoltà e di grande pressione per Voi,
sperando di non impegnare troppo del Vostro tempo per una tematica, certamente
secondaria rispetto alla vita e alla morte delle persone che stanno nei reparti
intensivi dei nostri ospedali, e ai problemi di chi per dovere professionale rischia la
propria vita per salvare quella degli altri.
Ci troviamo tuttavia, per l’impegno istituzionale che ci è stato dato, nelle
condizioni di disturbarVi per renderVi partecipi della situazione del comparto
nautico e delle filiera ad esso collegata, oltre che per sensibilizzarVi su questioni
che possono sembrare superficiali, ma che in verità, e soprattutto per chi ci lavora,
non lo sono affatto.
Siamo di fronte ad una crisi di lungo periodo del settore dovuta all’improvvisa
contrazione economica che inciderà come in passato in maniera grave nel settore.
Un rischio grave per l’economia italiana che vede 178.400 addetti nel settore
nautico andare in controtendenza rispetto al resto del Paese, con un aumento medio
costante del fatturato annuale che supera il 15% dal 2012 fino al 2019.
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L’altro ieri in Liguria il Governatore Toti ha riaperto la produzione dei cantieri, ma
se non si prospetta la riapertura in tempi brevissimi delle attività del diporto,
l’intero segmento tarantino e pugliese che di fatto non ha grandi realtà di
produzione (ma di servizi invece si) rischia il default.
La nautica in Puglia è collegata sia al turismo “residente”, sia a quello
“forestiero”, sia alla mobilità sugli 800 Km di costa. Migliaia di famiglie pugliesi
dipendono dal settore dei servizi che è fortemente stagionale e questa chiusura sta
di fatto facendo slittare i ricavi di un anno. La tipologia della nautica pugliese è
quello della micro e piccola impresa a conduzione familiare. La sua dimensione ne
fa una realtà particolarmente capillare ma fragile. La stagionalità dell’attività
diportistica impone la preparazione delle imbarcazioni in questo periodo.
A fronte dell’incertezza della fine della cosiddetta “fase uno” della pandemia che
viene rimandata di scadenza in scadenza dal Governo in funzione dell’evolversi
della situazione sanitaria, nonostante il fatto che le attività cantieristiche nautiche
siano state ammesse tra quelle aperte dai due DPCM riguardanti l’emergenza covid
19 e dal DM Mise 25 marzo 2020, l’utenza non ha dato il via nella quasi totalità
dei casi alle consuete lavorazioni stagionali.
Ciò significa che, perdurando la situazione d’incertezza sulla possibilità o meno di
varare le barche, ed essendo incombenti in questi giorni i termini di apertura della
stagione nautica che anticipano normalmente di due mesi quella balneare, l’intero
comparto nautico della Puglia, zone costiere, in mar Ionio e in mar Adriatico
rischia, se va bene, di perdere un anno di lavoro e nella peggiore delle ipotesi, di
chiudere i battenti.
Assistiamo in queste ore, con grande amarezza e preoccupazione a centinaia di
disdette delle prenotazioni di posti barca da parte dei nostri clienti esteri e
l’assenza quasi totale di ordini di lavori di preparazione delle barche da parte dei
clienti delle nostre associate.
Andare in barca è un’attività isolante per sua natura, chi va in mare si allontana dai
luoghi di massa da sempre. Il diportismo non si caratterizza, come la maggior parte
delle attività ludiche con necessità di stare in una squadra o con gli assembramenti
tipici delle manifestazioni sportive. Chi va in barca normalmente lo fa con la
propria famiglia e non c’è dubbio che, rispetto al rischio di contagio, la barca sia
addirittura ancor più sicura della propria casa.

Possiamo affermare senza ombra di dubbio che, ragionevolmente la barca è il
posto più sicuro al mondo dove una famiglia può passare il tempo in attesa che la
pandemia finisca. I distinguo da mettere in atto poi per evitare il rischio di contagio
sono veramente pochi e di facile applicazione: l’utente nautico esce da casa, sale in
auto, arriva in porto, sale in barca ed esce in mare. Non ha bisogno cioè di
condividere niente con nessuno, tranne che fare carburante una tantum con le
dovute precauzioni ed usando i dispositivi individuali, così come per fare il pieno
all’auto.
Se non si avrà la possibilità di mettere in acqua le barche entro la fine di aprile,
assisteremo alla rinuncia definitiva degli utenti ad eseguire i lavori di preparazione
delle barche, a fronte della compressione della stagione oramai aperta e questo
comporterà, per i porti turistici, le marine, gli approdi ed i cantieri navali la perdita
dei ricavi dell’intero anno. Con le barche a secco, infatti, non ci sarà nemmeno
necessità a novembre prossimo, di fare manutenzione pre-invernale.
Come Assonautica italiana, riceviamo quotidianamente il grido di allarme delle
nostre imprese e centinaia di richieste dei nostri iscritti di poter tornare in mare,
attività quest’ultima che non farebbe di certo male a molte, troppe persone
attualmente in ansia e in tensione.
Per queste ragioni, insistendo sul carattere di isolamento della pratica nautica, e
sull’impossibilità che tale pratica possa essere fonte di contagio per la sua stessa
natura, Vi chiedo di voler fare quanto di Vs competenza per permettere agli
armatori pugliesi e ai soli componenti dei loro nuclei familiari di poter riprendere
l’attività nautica entro la fine del corrente mese di aprile.
Ciò consentirà di sbloccare fin da subito le lavorazioni nei cantieri che, nonostante
rientrino a pieno titolo nelle attività ammesse di cui all’allegato n.1 del DPCM 22
marzo e seguenti, sono a tutt’oggi in attesa di ordini di lavoro (che non arrivano) e
permetterà altresì alle famiglie chiuse in casa da oltre 40 giorni di stare all’aria
aperta in totale sicurezza. Quanto sopra senza né correre rischi, né mettere gli altri
nelle condizioni di rischio di contagio del virus.
Entro domani il Consiglio Direttivo di Assonautica Italiana invierà analoga
richiesta a valenza nazionale, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

È un appello, questo, condiviso dagli imprenditori del settore nautico, del
turismo e delle tante attività imprenditoriali che ruotano attorno al mondo
delle barche e del mare, affinché, nel pieno rispetto di tutto ciò che deve essere
fatto per la salvaguardia della salute delle persone, si possa tornare rapidamente
all’apertura delle aziende e alla fruizione del mare.
Restando in attesa di un Vs cenno di riscontro ringraziamo per l’attenzione e
porgiamo i più cordiali saluti.
Alfredo Malcarne,
Presidente Assonautica Brindisi

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