AVVISO PUBBLICO PER LE SOCIETA’ PARTECIPATE: QUANDO L’IPOCRISIA SI TAGLIA A FETTE….

Il sistema politico-amministrativo brindisino è sempre più fatiscente e non si intravede alcuno spiraglio di ripresa, nonostante i colpi di scena degli ultimi anni. E’ un sistema pervaso di ipocrisia e non c’è alcuna differenza tra accusati ed accusatori. In questa occasione vogliamo occuparci delle nomine nelle società partecipate. Da che mondo e mondo si sa che queste nomine sono “politiche”, nel senso che i presidenti o gli amministratori delegati vengono segnalati dai partiti o dai singoli consiglieri e fanno parte del tavolo di spartizione su cui si regge ogni amministrazione comunale. E’ accaduto sempre ed ogni volta c’è qualcuno che fa finta di indignarsi. Pronto, però, a far parte del “tavolo” nel giro successivo.

Chi scrive ha tentato di invertire la rotta, anche a costo di perdere alcuni pezzi della maggioranza. Lo ha fatto nominando una persona perbene ed estremamente competente alla presidenza del porticciolo turistico (il dott. Dario Montanaro, attuale presidente dei consulenti del lavoro a livello nazionale) ed un dirigente comunale di grande spessore come l’avvocato Francesco Trane come amministratore della Brindisi Multiservizi. Il tutto, proprio nella fase in cui la stessa BMS stava vivendo la fase più difficile della sua storia. Quella scelta non fu semplice farla digerire alle forze politiche, ma determinò un taglio netto di spese relative a consulenze legali (una voce totalmente azzerata), ad affidamenti esterni, a spese di carburante, a noleggi ed al tasso di assenteismo. Oggi proprio i bilanci chiusi quando al vertice c’era Trane saranno chiusi e certificati con un attivo. Un risultato sorprendente, visto che la BMS viene considerata da tutti come un inutile carrozzone.

Negli ultimi tempi, però, si è scelto di tornare alle nomine “politiche”. Per carità, nessun problema e neanche l’ipocrisia dell’indignazione: è un dato di fatto che la politica si alimenta proprio di questo. E quindi va bene così. Noi, però, criticammo aspramente il metodo, visto che nascondere nomine politiche dietro un “avviso pubblico” con tanto di colloquio avvenuto davanti alla gente è stato un errore colossale.

Ma non si può far finta di niente. Se le nomine sono state politiche, allora qualcuno tra i partecipanti all’avviso pubblico potrebbe sentirsi addirittura truffato e quindi potrebbe intervenire la Magistratura per i provvedimenti del caso. Se, invece, l’avviso pubblico è stato svolto in maniera regolare in tutte le fasi, allora non si capisce il motivo per cui adesso arriva un commissario prefettizio e manda tutti a casa, riproponendo un avviso pubblico identico. Insomma, bisogna togliere Tizio, Caio e Sempronio per mettere al loro posto grandi competenze o semplicemente qualcuno che non risponda ad uno e risponda invece ad un altro?

I requisiti richiesti – speriamo che il commissario abbia letto bene l’avviso pubblico prima di sottoscriverlo – non consentiranno alcuna selezione perché sono troppo generici e non si fa riferimento a competenze specifiche per traghettare società partecipate verso il salvataggio.

Insomma, si rischia di partorire un topolino e ciò che sconcerta è lo scrosciare di applausi per l’azione di un commissario prefettizio che dovrà mettere a disposizione la sua bravura e la sua indiscutibile serietà per risolvere realmente i problemi di questa città e per sostituirsi ad una classe politica (tutta) incapace di assolvere al suo ruolo. Un solo cenno alle partecipate e, in particolare, alla Multiservizi. La soluzione del problema il dott. Giuffrè ce l’ha in casa. Basterà imporre ai dirigenti ed ai funzionari di affidare alla società in house del Comune una serie di commesse che oggi vengono affidate all’esterno (spesso con procedure di somma urgenza). Il riferimento è alla gestione del servizio di autospurgo, alla gestione completa del cimitero comunale, alla gestione degli impianti sportivi, alle manutenzioni delle scuole e di edifici pubblici, alla manutenzione delle strade. Se si agirà in questa direzione (proseguendo l’azione avviata dall’Amministrazione Comunale a partire dal 2012) sicuramente i duecento posti di lavoro della BMS non saranno più a rischio e Brindisi avrà una società partecipata da proporre a livello nazionale come “modello” gestionale.

Certo, occorre un po’ di coraggio, occorre tranciare l’ostruzionismo della macchina comunale e soprattutto occorre tenere a distanza gli appetiti della politica.    Mimmo Consales

 

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