CINQUE ANNI FA LA SCOMPARSA DI MIMMO MENNITTI, IL SINDACO DELLA SVOLTA

Il 6 aprile del 2014 si conclusero le sofferenze della vita terrena per Mimmo Mennitti, uomo politico di grande spessore e considerato, a giusta ragione, il sindaco della svolta per la città di Brindisi.

Cinque anni sono davvero tanti, ma i brindisini lo ricordano come se fosse ieri. E’ stato il primo cittadino della nostra città dal 2004 al 2011 quando decise di interrompere quella esperienza per problemi di salute. Ma chi viveva al suo fianco sapeva bene che ormai non ne poteva più di quella vita, di quei compromessi con i “numeri” che la vita da sindaco ti obbliga a vivere. Si, perché Mimmo è stato colui che ha risollevato l’immagine della città, aiutandola ad uscire dal fango della Marlboro City e facendole riconquistare un ruolo anche a livello nazionale. Lo ha fatto mettendo a frutto tutte le sue conoscenze con la politica che contava in quel periodo. Del resto, non si può dimenticare la sua lunga militanza nella destra del nostro paese. Nel 1987 tentò la scalata alla segreteria del Movimento Sociale Italiano, ma si scontrò contro due colossi: Gianfranco Fini e Pino Rauti. Ma la sua componente, “Proposta Italia”, aveva nel suo programma qualcosa di innovativo. Un ruolo diufferente per la destra, fuori dalla marginalità che l’aveva contraddistinta fino a quel momento. Era il primo piccolo passo verso la nascita di una forza nuova, diversa, più democratica e liberale. E non fu un caso che Silvio Berlusconi lo volle al suo fianco quando decise di far decollare il suo progetto di Forza Italia. E’ stato, anche se per un breve periodo, il numero due del partito azzurro. Poi decisero di assegnarli un ruolo più marginale perché la parte “Fininvest” del partito non accettava le sue scelte e soprattutto non digeriva il suo carisma. Prima di tornare a Brindisi (lui era nato a Termoli, ma di fatto la sua città è stata proprio Brindisi) a concludere la sua lunga carriera politica nelle vesti di sindaco, Mimmo ha occupato a lungo i banchi della Camera dei Deputati. E’ stato anche europarlamentare e per un breve periodo, nel 1990, anche vice segretario nazionale del Movimento Sociale, al fianco di Rauti. Particolarmente prestigiosa anche la sua carriera giornalistica, a partire dalla sua rivista “Ideazione” e dalle sue collaborazioni (come editorialista) con il Giornale, Il Tempo, Il Mattino, La Gazzetta del Mezzogiorno, il Quotidiano e il Corriere del Mezzogiorno. E poi la breve esperienza come direttore del Roma (edito a Napoli).

La sua esperienza di sindaco l’ha vissuta con entusiasmo e dedizione. Ha posto il primo piano il risceglio culturale della città ed ha riannodato i rapporti tra Brindisi, la Regione Puglia ed il Governo nazionale. La sua ricetta per sopravvivere ai ricatti dei “numeri” che sono sempre esistiti nel consiglio comunale di Brindisi è stata quella di volare alto, con la consapevolezza che la città ben difficilmente si sarebbe privata di un primo cittadino come lui. Certo, il volare alto ha comportato una attenzione limitata rispetto al funzionamento della macchina amministrativa. E non è un caso che anche durante il suo governo le inefficienze e le anomalie amministrative siano state tante. Ma Mimmo non avrebbe potuto fare diversamente. In caso contrario, infatti, avrebbe dovuto sbattere la porta il giorno dopo e andar via. Ed a rimetterci sarebbero stati proprio i brindisini. Nesono tutti consapevoli ed ecco perché il suo ricordo è ancora tanto vivo nella nostra comunità.

m.c.

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