Accade anche questo in una città dilaniata dall’invidia e dalla scarsa voglia di crescere. Potrebbe essersi trattato di una svista, ma è molto più probabile che sia stata una chiara volontà di non evidenziare i meriti degli altri. Sta di fatto che la guida “Brindisi Travel Journal”, realizzata con fondi pubblici (è bene chiarirlo) dalla cooperativa MadEra e da Eliconarte, ha deliberatamente cancellato la Palazzina Belvedere che, come è noto, ospita la collezione Faldetta e che è gestita dall’Associazione Le Colonne. Un fatto gravissimo, non fosse altro perché proprio questo museo (che gode del sostegno economico del Comune) rappresenta il maggiore polo di attrazione turistica nel settore museale. E la conferma giunge puntualmente dalle foto che ritraggono centinaia di turisti in fila per visitare questa collezione. Nella guida, tra l’altro, non si riporta la Palazzina, ma si inserisce il Museo diocesano, specificando che è visitabile su prenotazione, ma senza indicare il numero di telefono a cui rivolgersi per prenotare. E che dire, poi, della numerose altre imprecisioni, oltre che dell’inserimento del Castello Alfonsino, ormai non più in alcun modo visitabile a causa del degrado in cui versa. Un altro aspetto incomprensibile è rappresentato dal fatto che la pubblicazione viene distribuita anche attraverso una sede pubblica (Palazzo Nervegna), nonostante il grossolano errore che priva i turisti di una informazione su una struttura situata sul Lungomare e sostenuta proprio dallo stesso Ente locale. E siamo certi che anche la Regione Puglia non gradirà di aver speso denaro pubblico per finanziare una guida che non fotografa compiutamente la città della cultura.
