CONSIGLIO SUL PORTO – LE INGIUSTIFICABILI “DIMENTICANZE” DELLA POLITICA BRINDISINA

Era da lungo tempo che la politica brindisina non si dichiarava, in maniera così evidente, soddisfatta per una scelta assunta pressoché all’unanimità. Ieri pomeriggio, come è noto, il Consiglio Comunale del capoluogo ha approvato un ordine del giorno riguardante il porto di Brindisi.

Tutti d’accordo sulla necessità di potenziare le infrastrutture portuali e tutti d’accordo sul banchinamento a Sant’Apollinare, sulla realizzazione di un museo del mare, di un’area archeologica a Punta delle Terrare, sulla cassa di colmata, sulla necessità di accelerare la creazione di un nuovo Piano regolatore portuale, sui dragaggi, sulla definizione del dopo-Enel nel porto commerciale, sul nuovo terminal passeggeri, sul capannone ex Montecatini, sul banchinamento di Capobianco, sull’area Zes, sulle opportunità dei porti Green e sul rilancio del ruolo di Brindisi tra le portualità dell’Adriatico. Un documento dettagliato, tanto è vero che si rispolverano finanche i gemellaggi con Igoumenitsa, Corfù e Durazzo.

Ed è per questo che diventano ancora più incomprensibili due “strane dimenticanze” del Consiglio Comunale. Ci riferiamo al progetto per la realizzazione di un deposito costiero di idrocarburi ad iniziativa della società Brundisium (o Ecologica) a pochi passi dal molo di Costa Morena e in pieno cono di atterraggio dell’aeroporto del Salento. Il tempo per presentare le osservazioni (così come prevede l’iter autorizzativo) scadrà il prossimo 2 maggio, ma il consiglio comunale di Brindisi ha deciso di non occuparsene. Non è dato sapere, insomma, cosa ne pensano le forze politiche su un impianto a “rischio” a ridosso delle banchine. Sarebbe bastato un po’ di coraggio per dire “siamo d’accordo con questo deposito di benzina e gasolio e quindi lo inseriamo nel nostro ordine del giorno, anche come atto di indirizzo politico”. Oppure avrebbero potuto dire “non lo vogliamo e ci batteremo perché non si realizzi”. E invece niente: il silenzio assoluto!

Attendiamo con curiosità cosa avranno da dire Enac ed Enav in merito al cono di atterraggio. Così come siamo curiosi di conoscere la posizione di altri enti.

Il secondo punto su cui stranamente il Consiglio ha “dimenticato” di pronunciarsi riguarda la realizzazione di un deposito costiero di GNL nel porto di Brindisi.

Tale opera non è una semplice ipotesi fantasiosa, visto che è inserita a pieno titolo (pagina 64) nel documento preliminare del Piano Regolatore di Sistema Portuale presentato a febbraio di quest’anno.

Anche in questo caso, che ne pensano i nostri 32 (più il sindaco) consiglieri comunali? Come mai non se ne parla nell’ordine del giorno? Intendiamoci, nessuna contrarietà a priori, ma perché non parlarne, perché non assumersi responsabilità precise. Troppo semplice rifugiarsi nei gemellaggi e nei musei e poi “passare” su due impianti a rischio di tale portata…

Ed a questo si aggiunga che nessuno parla neanche di quanto contenuto nel Decreto del Presidente della Repubblica del 23 aprile 1998 in relazione al piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Brindisi. In quel decreto figuravano anche delle opere portuali di cui, dopo 21 anni, non si ha nessuna traccia. Ci riferiamo allo spostamento del terminal gasiero (per evitare rischi di incidenti rilevanti per i passeggeri e per chi opera nel porto di Costa Morena) ed alla realizzazione di un impianto per la raccolta e il trattamento delle acque di sentina. Opere che avrebbero contribuito a rendere più competitivo lo scalo brindisino. Ma ieri pomeriggio si è deciso di dedicarsi ad altro…

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