D’APRILE: “BRINDISI E’ IMPLOSA IN TUTTI I SUOI SETTORI SOCIALI”

Ecco la nota di Francesco D’Aprile:

Brindisi è implosa. E’ implosa in tutti i suoi settori sociali. E quello che le cronache riportano quotidianamente, ripercorrendo  fedelmente gli accadimenti che stanno caratterizzando in particolare questo momento di campagna elettorale, non fanno che confermare detto assunto. Viviamo “l’inverno del nostro scontento”. Viviamo con strafottenza, così almeno sembrerebbe, la nostra rabbia quotidiana in un tempo che appare pianificato senza progetti e senza speranza. Appariamo abbruttiti in una Brindisi melensa. Appalesiamo continuamente la nostra rancorosità, dando il peggio di noi stessi, perché si è smarrita l’unica cosa per cui valga, appunto,  la pena di vivere: “il domani”.

Il continuo ping pong di accuse e controaccuse mosse in queste ore dai contendenti alla poltrona di sindaco della città ci avviliscono profondamente ed avviliscono i sacrosanti principi rappresentati a più riprese nelle “lezioni morotee” impartite “dallo statista per antonomasia”, secondo i quali si deve traguardare verso una spinta morale, verso un disegno di una egemonia dell’etica politica indispensabile per costruire il futuro.

Futuro che, così come ammoniva il filosofo politico Karl Popper, difensore della democrazia e dell’ideale della libertà, ancorché avversario di ogni forma di totalitarismo, è sempre decisamente aperto. Dipende da noi e da tutti noi. Dipende da ciò che noi e tanti altri facciamo e faremo,  senza  aspettare di vedere cosa fa il vicino di casa.

E gli eventi  che viviamo in questi giorni potrebbero rappresentare un’epoca storica, uno spazio della nostra vita forse  determinante per la tanto agognata ripresa sociale, economica e politica della città, per il futuro, in estrema sintesi, dei nostri figli.

Domenica, 24 Giugno prossimo, andremo a scegliere il sindaco e, quindi,  la composizione del consiglio comunale che amministrerà Brindisi per i prossimi cinque anni, ed è  in questa occasione che dovrà necessariamente affermarsi l’apostasia  degli infiniti modelli pseudo politico/culturali che si sono succeduti nel tempo, responsabili dello sviluppo e dell’incancrenirsi dell’illegalità, del mancato rispetto delle regole, della mancata tutela della dignità umana, ancorché dell’instaurarsi di un “modus vivendi” ancorato a pratiche caratterizzate da ogni sorta di sopruso e malaffare.

Un sistema ben radicato che, ahimè, nel mentre ed inconsciamente ci ha “ridisegnato” anche mentalmente, ha determinato l’instaurarsi di un perverso stato sociale ideato e predisposto ad arte per dettare a suo modo i tempi ed i ritmi della economia e della politica cittadina, favorendo la profusione di ogni tipo di intermediazione che ha messo in crisi l’intero sistema democratico. Ed il controllo così distorto del territorio non può che condurre,come di fatto avvenuto viste le numerose indagini giudiziarie che hanno nel tempo coinvolto molti rappresentanti istituzionali ancora oggi, purtroppo, direttamente o indirettamente prorompenti sul proscenio politico,  inesorabilmente verso una forte limitazione, se non addirittura all’esautorazione, dell’autorità pubblica, favorendo l’incremento della corruzione, della collusione e concussione, con la conseguente, inevitabile alterazione del mercato del lavoro, la manipolazione degli appalti, le interferenze nelle scelte urbanistiche e nel sistema delle autorizzazioni e concessioni.

Quindi, mai come in questo momento, appare vitale trasmettere un forte segnale di allarme che metta in guardia l’intera società brindisina. La prossima scadenza elettorale non può e non deve segnare la fine della politica come leva privilegiata del cambiamento. E, così come testualmente rappresentato da Antonio Troisi in un articolo pubblicato di recente, “questa coraggiosa tesi trova il suo fondamento nel modello moroteo del rapporto cittadino/stato, collocato in una prospettiva completamente diversa rispetto alla concezione, ancora oggi dominante in particolar modo in molti ambienti brindisini, che la ricerca dell’interesse personale si trasformi, incredibile ma vero!, automaticamente e magicamente in bene comune”.” Le spinte motivazionali egocentriche, quindi, non possono trasformarsi in un ben vivere civile, perché non è possibile prescindere dalla natura relazionale della persona umana”.

Si vada a votare innanzitutto, ma si voti avendo cura di volgere la mente alla storia recente con lo sguardo rivolto necessariamente al futuro.

Abbiamo la forza per farlo; ci dobbiamo riprovare nonostante tutto. Nonostante la rabbia, lo scontento, la mancanza di speranza. Dobbiamo ricominciare il viaggio.

Francesco D’Aprile.

 

 

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