IL 26 E 27 APRILE CI SARÀ UN CONVEGNO SUL TEMA “SUPRANATIONAL DEMOCRACY DIALOGUE”

Proporre soluzioni di “governance globale” alle sfide del mondo contemporaneo: politiche migratorie internazionali e protezione dei rifugiati, effetti del cambiamento climatico, commercio solidale e sviluppo sostenibile, impatto delle tecnologie e dei processi d’innovazione. Ci proveranno studiosi e attivisti provenienti da Europa, Stati Uniti, Russia, Australia e Islanda nel convegno internazionale “Supranational Democracy Dialogue”, organizzato a Lecce dall’Università del Salento il 26 e 27 aprile 2018 tra il Rettorato dell’Università (piazza Tancredi 7, Lecce), il Seminario arcivescovile (piazza Duomo, Lecce), Palazzo dei Celestini (via Umberto I, Lecce) e le Officine culturali Ergot (piazzetta Falconieri, Lecce), con una festa conclusiva presso le Officine Cantelmo (viale De Pietro, Lecce).
L’iniziativa si inserisce nel filone di ricerca sulla global governance dei professori Susanna Cafaro e Saverio Di Benedetto, docenti rispettivamente di Diritto dell’Unione europea e Diritto internazionale presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche UniSalento e coordinatori scientifici dell’evento e si svolge col patrocinio della Città di Lecce e della Provincia di Lecce e il sostegno di Fondazione Puglia, Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Humanitarian Response Depot, Committee on World Food Security (CFS), The Workable World Trust, Democracy Without Borders, Simpol campaign e UN Harmony with Nature Programme. Già dalle sigle citate si coglie la dimensione mondiale dell’evento e la sua peculiarità nel far interagire allo stesso livello attori istituzionali e società civile.

«L’idea di fondo è che a sfide globali occorra rispondere con strumenti altrettanto globali e che la democrazia vada reinventata a misura di globo, con processi aperti e inclusivi», sottolinea la professoressa Cafaro, che sul suo blog https://supranationaldemocracy.net/, ripreso anche da Huffington Post, aveva lanciato una “call for papers” su questi temi lo scorso novembre. «Da quel momento è stato un crescendo di sorprese», racconta, «La “chiamata” alla conferenza, nata senza sponsor e organizzata con l’aiuto di un gruppo di colleghi e collaboratori, ha ricevuto decine di candidature, sia di accademici che di esperti, attivi nella società civile a livello globale. Abbiamo scelto di far dialogare accademia e attivismo e di tentare di costruire un filo conduttore – dalla teoria alla pratica – partendo dalle idee che sono arrivate. L’ONU ha poi dato la sua adesione con diverse sigle e l’evento ha assunto dimensioni mondiali».

Tra le candidature arrivate, figurano numerosi personaggi di spicco quali Joe McCannon, ex consulente di Obama e fondatore di The Billions Institute e Shared Nation, Chris Hamer, professore di fisica all’Università di Sidney e presidente degli Scientists for Global Responsibility, Oded Gilad, israeliano, presidente di One World: Movement for Global Democracy. Elencarli tutti sarebbe impossibile, ma il sito del convegno (http://supranationaldemocracy.unisalento.it) ospita nomi e brevi biografie. Per certo, gran parte dei relatori renderebbero degno di nota un evento anche da soli.

Le attività, con tavole rotonde, workshop tematici, eventi collaterali e incontri di networking, saranno suddivise in cinque grandi sessioni di studio: “Prospettive di evoluzione della democrazia”, “Istituzioni Globali: dove siamo? Quali strade da percorrere?”, “Migrazioni e Diritti fondamentali: strategie nazionali, europee e mondiali”, “Come affrontare le ineguaglianze in un mondo che cambia: nuovi modelli, nuovi strumenti”, “L’Europa come un laboratorio per soluzioni di democrazia sovranazionale?”

«La democrazia globale non esiste, né in pratica né concettualmente. Ci sono organizzazioni internazionali che rispondono solo in parte ai bisogni di una società interconnessa e c’è un grande spazio vuoto in cui non interviene l’agire politico, uno spazio abbandonato alle forze del mercato che, in assenza di regole, possono essere estremamente destabilizzanti», dice Susanna Cafaro, «Alcuni modelli di democrazia globale sono allo studio, ma si tratta di ricerche di nicchia. Ci sono poi gli sforzi di organizzazioni non governative che tentano di incidere sulle decisioni, reclamano partecipazione e trasparenza, ma mancano i canali. In futuro dovremo essere in grado di partecipare alle decisioni attraverso nuovi schemi di democrazia rappresentativa – tutti da inventare – resi possibili anche dall’esistenza di internet. In questa due giorni abbiamo l’ambizione di proporre soluzioni originali, che saranno raccolte un volume in inglese pubblicato da un’importante casa editrice anglosassone, ma anche diffuse attraverso tutti i social. Il nostro auspicio è di farne un appuntamento annuale con un patrimonio di contributi e di idee che si arricchisce progressivamente e rimane a disposizione di chiunque gratuitamente. Vorremmo offrire idee alla politica e contribuire a creare spazi di partecipazione democratica globale».

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