Cambiano i tempi, le abitudini e a volte anche le tradizioni. Brindisi in questo è pioniera… Un tempo, molto lontano, ormai, durante il Carnevale lungo i corsi principali si assisteva alla festante carovana dei carri allegorici e delle maschere. Da qualche anno la festa è finita e del Carnevale di piazza non resta più niente se non un vago ricordo. A Brindisi ora le feste si fanno nei locali chiusi con l’interazione sociale limitata ai presenti, non esiste più la massa, la condivisione allargata alla città e a tutti i suoi cittadini. E’ prerogativa di Brindisi, a quanto pare, perchè in provincia i Carnevali di piazza ci sono ancora e sono anche ben organizzati. Basta spostarsi a S. Pancrazio Salentino, a Mesagne, a Fasano per rivivere di nuovo la festa e il divertimento. nEL 2014 qualcuno ci riprovò a far sfilare i carri anche a Brindisi, richiamandoli dalla vicina Mesagne, poi il buio. Per grandi e piccini dunque l’alternativa è fare qualche chilometro o ripiegare su quello che propongono le gallerie commercali che è pur sempre meglio del nulla assoluto. Anche in questo non c’è progettualità, fantasia, voglia di osare e di salvare le antiche tradizioni. Qualcuno potrà dire che ci sono problemi seri a cui pensare e che di maschere in giro ce ne sono fin troppe, sì, è vero, ma anche in provincia hanno gli stessi nostri problemi eppure….proviamo per una volta a vedere il bicchiere mezzo pieno. Movimentare la città per una sera significa stanare tanta gente, far lavorare i locali pubblici, far rivivere il centro cittadino sempre meno frequentato. Starsene con le mani in mano a piangersi addosso, non cambia lo stato delle cose, l’adagio “aiutati che Dio ti aiuta” dovrebbe insegnare a reagire in massa e non ad affidarci alla buona volontà dei singoli. Non pretendiamo di eguagliare la vicina Putignano o realtà consolidate un po’ più lontane come Viareggio e Venezia ma almeno proviamoci. In ogni caso, buon Carnevale a tutti…
