INVESTIMENTI A BRINDISI – IN QUESTO MODO FACCIAMO SCAPPAR VIA TUTTI….

L’intervista pubblicata dal Quotidiano ieri mattina con il commissario di Confindustria Gabriele Menotti Lippolis ci offre lo spunto per una riflessione su ciò che continua ad accadere a Brindisi. Una città in cui la crisi si avverte in maniera ancora più evidente rispetto ad altre aree della Puglia a causa di un lento ma irrefrenabile processo di deindustrializzazione e di un mancato adeguamento infrrastrutturale delle principali risorse del territorio. Il riferimento è all’aeroporto (dove le opere di innalzamento del cono di atterraggio sono ancora soltanto sulla carta), al porto (dove le nuove infrastrutture sono ancora al palo per un atteggiamento ostruzionistico del Comune e per altre lungaggini burocratiche), ad una zona industriale sempre meno attrattiva e sicura e ad una rete ferroviaria ancora incompleta.

A fronte di un quadro così desolante, la proposta di un nuovo investimento (peraltro da parte di grandi aziende) dovrebbe essere accolta con grande disponibilità. Ed invece chi si avvicina a Brindisi avverte lontano un miglio un clima di profonda diffidenza e di incomprensibile litigiosità. Ben altra cosa, insomma, rispetto a ciò a cui faceva riferimento Lippolis e cioè la creazione di un “ambiente favorevole”.

Il caso emblematico è rappresentato dalla proposta di Edison di realizzare un deposito costiero di gas. Inzialmente sono state seguite le indicazioni del tecnici dell’Autorità di Sistema Portuale per individuare la sua localizzazione. Poi, però, ci sono state le giuste rimostranze degli operatori portuali e quindi Edison ha rimodulato il progetto, arretrandolo di 80 metri (per non intralciare altre operazioni portuali)

E il Comune che fa? In perfetta solitudine, il sindaco Rossi intende bypassare ente portuale ed operatori di settore convocando direttamente Edison a Palazzo di Città. La percezione che avverte l’investitore, pertanto, è proprio quella di una città litigiosa dove non c’è l’humus favorevole per avviare nuove importanti attività imprenditoriali.

Ma l’aspetto peggiore è rappresentato dalla totale assenza di una “idea di città” che la politica non riesce ad elaborare, scavando un fossato che isola il Comune dagli altri player territoriali.

Se davvero si vuole voltare pagina, pertanto, bisogna trasformare quei “si” troppo condizionati (che sono peggio di un “no”) in una effettiva e chiara disponibilità al dialogo per attrarre investimenti, rendendoli compatibili con la crescita complessiva della città ed ovviamente con la tutela dell’ambiente.

La vera sfida è proprio questa e la “politica” non può più sottrarsi dal fornire delle risposte piene e convincenti.

Condividi questo articolo:
Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on whatsapp
no_fumo_torchiarolo

what you need to know

in your inbox every morning