Non molto tempo fa all’ingresso del Comune di Brindisi che porta all’aula consiliare era ancora esposto in bacheca un elenco interminabile di nomi: quello di centinaia e centinaia di disoccupati che avevano dichiarato la propria disponibilita’ all’assunzione da parte delle ditte aggiudicatarie degli appalti messi a gara dall’Amministrazione. La delibera di Giunta di riferimento è la n.241 del 3 agosto 2015, con cui l’ex Amministrazione Consales deliberava che le aziende avrebbero dovuto attingere da quell’elenco per almeno il 30% della manodopera necessaria. Non abbiamo mai saputo se anche solo uno di quei disoccupati abbia avuto la fortuna di essere assunto attraverso quell’elenco, o se quella delibera fosse solo una strategia per dare un po’ di “intrattieni” ai tanti disperati che quotidianamente si rivolgono ai propri sindaci per chiedere lavoro. O addirittura, a pensar male, se quell’elenco dovesse servire per “legittimare” l’antico, ma mai debellato, sistema clientelare. Ho richiamato quella delibera in uno dei rari incontri avuti con la sindaca Carluccio, per evidenziare che tra le emergenze cittadine la priorità fosse promuovere lavoro, ma che fosse necessario farlo arrivando a norme pattizie territoriali che consentissero concretamente di inserire una clausola sociale nei bandi di gara degli appalti pubblici proprio partendo dall’alto tasso di disoccupazione, e sarebbe quanto mai urgente considerato che si verifica sempre più spesso che le ditte aggiudicatarie di grossi lavori siano quasi sempre di altra provincia. La Sindaca annuì, ma non c’è stato alcun seguito a quella richiesta. Così come non c’è stata nessuna presa in carico delle diverse vertenze che nel frattempo in questi sei mesi di governo sono scoppiate nel territorio. Il Comune dovrebbe dare segnali di vita rispetto a un’idea complessiva di cosa si vuole fare per rilanciare economia e sviluppo, come si vuole promuovere lavoro stabile e dignitoso. Tema che non si può esaurire con un incontro sul tema delle bonifiche, in cui, di fatto, l’Ente non ha dato nemmeno risposte chiare su come si stia procedendo sui progetti già finanziati, che bisogna rendere esecutivi per non correre il rischio di perdere le risorse economiche messe a disposizione. Abbiamo bisogno di parlare di lavoro, anche di quello che si sta negando ai restanti 57 lavoratori socialmente utili che l’Ente utilizza ormai da vent’anni. Il commissario Castelli aveva predisposto un piano di stabilizzazione per tutti i 79 LSU in carico. La delibera di giunta del 4 novembre u.s. parla di stabilizzazione per soli 22. Chi saranno questi 22 fortunati? Con quali criteri si procederà ad individuarli? Oltretutto saranno stabilizzati utilizzando le risorse che il Comune finora ha sempre messo in bilancio per l’integrazione oraria che riconosce per alcuni periodi dell’anno a tutti, anche in base alle necessità che l’Amministrazione ha avuto in questi anni, di avere a disposizione personale per sei ore al giorno invece che per le quattro ore che paga l’INPS, specie nel periodo estivo, quando il personale diretto è in ferie. Dall’anno prossimo, la maggioranza dei LSU che non rientra nella stabilizzazione sarà anche danneggiato perché non avrà neanche più l’integrazione oraria!
Vorrei invitare la Sindaca a considerare che questo non significa dare dignità al lavoro, ma solo accrescere il conflitto sociale, non significa dare risposte, ma solo, a parità di spesa, continuare a sfruttare tutte quelle persone che da anni svolgono mansioni da lavoro subordinato ricoprendo posti previsti dalla pianta organica dell’Ente. E’ il momento di dimostrare più attenzione e più impegno. Non basta dare spiegazioni contabili quando per altre decisioni sembra che il costo sia ininfluente. Intanto dall’Assessorato Regionale al lavoro, siamo venuti a conoscenza che l’Assessore Sebastiano Leo, ci ha convocato, per il tramite dell’Amministrazione Comunale, per il 13 dicembre prossimo: non abbiamo ancora avuto riscontro ufficiale, ma aspettiamo. Siamo comunque convinti che quanto già definito con il piano di stabilizzazione del Commissario Castelli fosse fattibile. Per tale motivo , nel corso del presidio organizzato per il 7 dicembre dalle ore 12.00 alle 14.00 abbiamo chiesto di essere ricevuti dal Prefetto di Brindisi, dott. A. Vardè, per avere il giusto supporto affinchè si arrivi a riconoscere il diritto al lavoro a tutti i 79 lavoratori interessati. La Segretaria Generale
CGIL Brindisi
Michela Almiento