LA VERA ESSENZA DELLA “FINE DELLA SCUOLA”

Giugno: fine della scuola, tempo di pagelle.
Ce n’è per tutti i gusti! Voti per gli alunni, voti per i docenti, voti per i figli e inevitabilmente voti per i genitori. Permettetemelo.
È sempre stato così, lo so, ma in questi anni, nell’era dei social, del condividere tutto con tutti, del gridare a gran voce, del “vi dico io com’è che funziona”, tutto prende un taglio diverso.
E cose nuove ho visto anch’io che, figlia d’arte, studente e insegnante da dieci anni, respiro aria di scuola praticamente da quando sono nata.
Ve ne dico alcune:
I tabelloni di ammissione, con i relativi voti di classi intere, ma con evidenziato il nome del proprio figlio o della propria figlia, sono le attuali immagini di profilo di mamme orgogliose (o vanitose? O forse pettegole?) su Instagram;
Facebook, in più di qualche caso, è stato promosso a tribunale penale di primo, secondo e terzo grado, con tanto di arringhe, di difesa o di accusa, per maestri e professori, senza esclusione di colpi…e di nomi..ahimè!
Le terribili chat di gruppo di Whatsapp infine sono state letteralmente prese d’assalto da mamme e papà opinionisti e commentatori,  ché Tina Capillari a “Uomini e donne” in confronto è una dilettante!
E in mezzo a tutto questo caos ci sono i nostri ragazzi: alcuni soddisfatti, altri delusi, tutti un po’ stanchi, ma finalmente rilassati.
Sì perché per loro giugno è soprattutto questo: salutare gli amici, incontrarne altri, magari nuovi, abbracciare i propri insegnanti e dirgli arrivederci a settembre e poi sperare..sperare che il prossimo anno sia come questo o migliore, addirittura!
E allora? Non sarà forse proprio questa la vera essenza della “fine della scuola”? Della pagella o dei tanto attesi “quadri”?
E perché noi adulti proprio non vogliamo capirlo?

Veronica D’Aprile

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