LE VALUTAZIONI DELL’UDC SUL DPP PRESENTATO DALLA GIUNTA-ROSSI

Nell’ultima riunione del  direttivo cittadino dell’UDC presieduto dal prof. Abele Carruezzo e all presenza del segretario Provinciale Paolo Chiantera, si è discusso sui tanti temi che il nuovo Documento Programmatico Preliminare, varato dalla Giunta Rossi, propone alla città.

 Una prima riflessione l’UDC di Brindisi l’ha voluta fare sul porto, perché da noi ritenuto di grande importanza per lo sviluppo di questa città. Seguiranno altre riflessioni sui altri temi importanti che il DPP pone all’attenzione dei cittadini.

 

 In merito alla definizione riportata “Il porto di Brindisi, disegnato dalla geografia e dalla storia, bello, grande, con fondali unici e lunghe banchine …  non ci pare però essere quello che la giunta Rossi vuole!

 

             Compilato a più mani, Brindisi si ritrova con un ‘Documento Programmatico Preliminare’per

             elaborare il Piano Urbanistico Generale (PUG) e sottoposto da subito a commenti ed

             osservazioni, ma sicuramente contiene già obiettivi e criteri per una visione di ‘futuro di città’.

 Approvato dalla Giunta Rossi andrà in Commissione Urbanistica Comunale,  poi in Consiglio

 poi alla Regione.

 Non sappiamo quanto tempo hanno impiegato per  comprendere – coloro che non vivono questa

città  – il territorio, nei suoi elementi costitutivi, nelle sue caratteristiche indentitarie, nei suoi

valori e nelle sue problematicità.

La chiamano ‘conoscenza spessa’, ma sappiamo che in questi due anni di amministrazione,

non si è vista l’ombra.

Brindisi è definita  ancora una volta la “città di mare” ma, quando  questa visione viene ap-

plicata su Brindisi registriamo  una contraddizione che si sforza di mascherare le loro decli-

nazioni ambientaliste.

 Convergono sulla progettualità dell’AdSPMAM, ma si dichiarano contrari; ammettono che il

             porto di Brindisi ha il ruolo di nodo interportuale per le attività logistiche, commerciali e

trasportistiche ma non si riconoscono nelle linee di sviluppo dei traffici portuali che rendono lo scalo   messapico ‘polifunzionale’. Per cui la Giunta Rossi è convinta e fiera di questa innovativa

pianificazione urbanistica, annunciata demagogicamente, ma in contraddizione con la definizione

che danno di città di mare. Tecnici e Assessore che hanno redatto il DPP non hanno condiviso i cd

‘descrittori’ di  questo territorio, con la città.

L’indicatore, può essere qualitativo o quantitativo e in questo DPP non se ne vede l’ombra.

Al contrartio le priorità ambientali, arbitrarie di questa amministrazione, sono state considerate ‘priorità’ assolute. Non conoscendo le variazioni ambientali subite nel tempo da questo territorio ci ritroviamo che un ‘canalicchio’ sia divenuto un ‘fiume’: un DPP camuffato e protetto da una legislazione dell’ambiente oramai superata. Ci pare che l’amministrazione comunale e la sua maggioranza politica che la sostiene ha deciso  di redigere un DPP più su fattori di tipo emozionale che non per analisi delle reali problematiche. Nel valutare gli interessi di un territorio, la Giunta Rossi sembra affidarsi, in prevalenza, al criterio della  compatibilità, concetto ben diverso da quello della sostenibilità.

Infatti, le quattro ‘gambe’ della sostenibilità sono l’ambiente, la società, l’economia e la governance.

Non si può contraddire tutto, una geografia e una storia importante del porto di Brindisi, dando colpa del declino dei traffici ad una ‘governance’,  senza considerare i lemma attuali di un’economia marittima in evoluzione. Si ha l’impressione di assistere ad una lezione, dove il docente invita gli allievi a studiare e studiare aspettando l’inizio delle attività di un programma didattico, ancora non chiaro per quale classe, perché non si conoscono le operazioni da compiere, ma si guadagna tempo e l’ora di lezione finisce! Finalmente ci si è resi conto che il porto di Brindisi presenta importanti asset:  locali e strutturali come grande ampiezza, articolazione, e protezione naturale del bacino, elevati fondali naturali, ampie aree pianeggianti di retroporto, elevata intermodalità per la vicinanza  – unica – all’aeroporto, e dotazione di rete ferrovia dotazione;

 

 

 

Noi dell’UDC di Brindisi non condividiamo la visione di futuro fuori da ogni sviluppo dei flussi merceologici di un’economia marittima in forte trasformazione, soprattutto nel post covid-19. Una concezione non adeguata e coerente agli sviluppi di una blue economy che  punti sulla innovazione tecnologica e sull’economia circolare, bilanciando investimenti, promuovendo lo sviluppo ecosostenibile e favorendo la resilienza dei sistemi produttivi. Vogliamo confutare le dinamiche di questa amministrazione e dei suoi professori che vogliono una città di Brindisi impostata solo sulla green economy (elitaria), mentre la maggioranza dei cittadini è per una blue economy (democratica).

Per Brindisi si appalesano anni di difficile sopportazione di una povertà latente e non riconoscere nel suo ‘porto’ importante motore di sviluppo significa non operare il ‘bene comune’, ma interessi privati di cittadella. L’amministrazione comunale, da oltre due anni,  guarda ancora la realtà portuale con strabismo ‘ambientalista’ che poco ha che fare con una transizione energetica, digitale e di post-industriale. Si nasconde dietro l’espressione di ‘city port smart’ che vuol dire tutto e niente, senza guardare ai vincoli strutturali, civili e militari (seni di Levante e di Ponente, aeroportuale- air draft – Capannone ex Montecatini, circuito doganale ed altri),  che il porto di Brindisi ha dovuto mediare negli anni per mantenere detti traffici. A proposito di air draft, non si tiene conto che il minimo ingombro in altezza delle nuove navi che si aggira sui 60/70metri; e poi se potessimo scegliere le navi in entrata non sarebbe un porto, ma una porta gestita da ambientalisti radicali. Le green ship sono già regolamentate da quattro anni dall’International Maritime Organization (IMO) e non dal Comune. I loro obiettivi:  – ritrovata centralità funzionale delle ferrovie nella città e nel porto di Brindisi, sia per l’alta velocità passeggeri che per l’alta capacità merci sia sulla dorsale Adriatica che sulla tratta Brindisi – Taranto per legare due dei più grandi porti Italiani oltreché dell’intero Mare Mediterraneo muovendosi in prospettiva verso una integrazione della dorsale Adriatica e di quella Tirrenica-; non hanno basi e dati confortati da un’economia marittima; anche perché non si vede traccia di tutto ciò nel Piano Regionale dei Trasporti e nei documenti programmatici di sviluppo portuale e logistico  della Regione di Emiliano. Si esalta il  ruolo dell’Aeroporto di Brindisi come fondamentale pezzo delle risorse d’intermodalità dei trasporti di Brindisi al servizio dell’intero Salento attraverso la predisposizione di idonee aree terrestri (piste, parcheggi, aree cargo, e altro); ma non si ammette che la politica regionale di Vendola e di Emiliano è stata ed è sempre a favore di Grottaglie e quindi di Taranto: per cui è solo ‘fumo’ negli occhi e propaganda! E poi viene fuori tutta la ‘vision urbanistica’ con obiettivi che non sono funzionali al porto, ma che invece sono distrattori di investimenti sulla portualità e dello shipping in genere: disinquinamento e decontaminazione del territorio tutto attorno al bacino portuale; sistemi attrezzati di high tech, logistica intelligente; tre aree per attrezzamento di spazi e di architettura città-porto e città-mare dedicate; Grande Foresta Orientale con alternanza di habitat marini paludosi, habitat di steppe salmastre e habitat di foresta alta a latifoglie; creazione di due nuove piazze e porte per le nuove stazioni marittime del porto medio ed esterno.

Brindisi non è la città che loro vedono e che vorrebbero che fosse, e sicuramente non sarà un laboratorio in cui sperimentare le visioni naif di pochi.  Noi crediamo che la polifunzionalità del porto, possa innestare anche le dinamiche positive anche relativamente alla Zes Adriatica Interregionale, alla Zona Doganale Interclusa a dimostrazione del fatto che garantire lo sviluppo al nostro porto significa garantire economia e occupazione alla Città. Intanto, però, si continua a parlare del porto di Brindisi nei tanti webinar, che come la didattica a distanza non istruisce e non forma, senza esercizi del fare,  ad essere una città-porto.

 

UDC BRINDISI

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