MITOMANE, 16 TELEFONATE AL 112 IN UN MESE E INVETTIVE AL PERSONALE SANITARIO. MA FINORA SOLO DENUNCE IN STATO DI LIBERTA’

L’ha fatto di nuovo, ed è la terza denuncia in pochi giorni che il 62enne di San Michele Salentino, balzato ai disonori della cronaca per le 16 chiamate di soccorso al 112 in meno di un mese. Ieri ennesimo episodio che gli ha procurato una denuncia in stato di libertà da parte dei Carabinieri della Stazione di San Michele Salentino, per il reato di procurato allarme e interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di pubblica necessità. Stavolta ha annunciato un tentato suicidio per avvelenamento, ma ai controlli sanitari è risultato in buona salute. Il problema è che durante gli interventi si mostra aggressivo e provocatorio nei confronti degli operatori sanitari che intervengono e delle forze dell’ordine, uomini e donne che siano.

L’uomo nell’ultimo contatto avuto nella prima decade di novembre con il personale della centrale operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, ha rappresentato falsamente di aver tentato il suicidio per avvelenamento. I militari, prontamente intervenuti presso la sua abitazione, hanno constatato, come detto, invece non aveva assunto alcuna sostanza tossica.

Stessa cosa è accaduta quando, la notte del 29 ottobre scorso, ha richiesto e ottenuto intervento dei Carabinieri nella sua abitazione, per un presunto malessere. Anche in questo caso un falso allarme, il 62enne stava benissimo: a constatarlo la stessa guardia medica, che per precauzione (conoscendo il temperamento aggressivo dell’uomo) hanno dovuto accompagnare la dottoressa in visita.

Un mitomane, dunque, che ha al suo attivo tutta una serie di vicissitudini penali, che risalgono agli ultimi 5/10 anni: dagli atti predatori, ai furti, fino agli atti persecutori.

Dal 1° ottobre al 28 ottobre 2018, ha contattato per ben 16 volte, componendo il numero del pronto intervento 112 la centrale operativa della Compagnia Carabinieri di San Vito dei Normanni utilizzando nelle interlocuzioni anche toni provocatori nei riguardi dei militari che hanno ricevuto le telefonate, al fine di ottenere un contatto con i propri familiari che non vivono più con lui.

L’uomo, che ora vive solo, non avrebbe mai necessitato un trattamento T.S.O. .

 

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