MORTE SUL VESPUCCI: IL GIUDICE RESPINGE L’ESCLUSIONE DAL PROCESSO DI BINELLI MANTELLI. SODDISFAZIONE DELLE PARTI CIVILI

Soddisfatte la parte civile e la famiglia di Alessandro Nasta, difese dall’avvocato Giorgio Carta, per il proseguo del processo relativo alla morte del nocchiere caduto dall’albero maestro della Nave scuola Vespucci nel 2012. Lunedì 17 luglio, presso la Procura di Civitavecchia che nel 2015 ha riaperto il caso archiviato dai tribunali militari come “una tragica fatalità”, c’è stata l’ennesima udienza del processo contro i vertici della Marina Militare  .

Ascoltati i teste dal pm, respinta la richiesta di “esclusione dal processo per non aver commesso il fatto” dell’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, accolta invece quella dell’ex vice comandante della Nave Vespucci, Marco Grassi, responsabile del settore sicurezza perché entrato in servizio successivamente all’accaduto.

“Siamo soddisfatti delle decisioni del giudice, ma soprattutto delle dichiarazioni dei teste – ha spiegato Luca Marco Comellini del Partito per i diritti dei militari e delle forze dell’ordine, costituitosi parte civile – perché hanno confermato la totale mancanza di sicurezza delle attività in quota, come aprire manualmente le vele della nave scuola, affidate al tramandarsi di una tradizione dell’arte marinaresca dal più anziano al più giovane. Avevamo molti dubbi sulle forme di addestramento dei marinai e le testimonianze lo confermano” ha aggiunto.

Dopo la morte del 29enne brindisino sono state infatti assunte norme ferree e “paragonabili a quelle a cui si deve attenere la società civile”   come ha sottolineato più volte la mamma di Alessandro.

“Inoltre – incalza Comellini – in quel periodo, lo dicono i teste, non venivano effettuate visite specifiche per i lavori in alta quota, né tanto meno i marinai venivano informati delle norme di sicurezza”.

La prossima udienza il 1° dicembre 2017.

Carmen Vesco

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