OPINIONI – D’AMICO: “L’ENEL SI METTA UNA MANO SULLA COSCIENZA”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’imprenditore Antonio D’Amico:

Premetto che il seguente intervento sulla stampa è il primo della mia esistenza e scaturisce dalla lettura dei continui articoli di stampa inerenti le modalità delle gare d’appalto attivate dall’ENEL, a seguito di quanto emerso dalle indagini della G.F., l’Enel a seguito di dette intagini intenderebbe fare pulizia all’interno della propria struttura con trasferimenti di vari dirigenti in altre sedi. Con la presente vorrei portare a conoscenza dei cittadini brindisini la mia piccola esperienza in tali settori.
Sono Antonio D’amico, un ragazzo di 30 anni che per necessità familiare, a causa della ben nota vicenda accaduta a Giurgola Pasquale, Il Febbraio 2015, suocero del sottoscritto, mi sono ritrovato a dover amministrare alcune aziende da quest’ultimo attivate.
Essendo mia moglie figlia unica, sono stato necessariamente obbligato ad interessarmi alla gestione delle varie attività messe in piedi da mio suocero, tra le quali una società si interessa principalmente di attività portuali, denominata Brindisi Imbarchi e Sbarchi S.r.l., la quale nel periodo 2000-2004 in associazione temporanea, con altre due imprese portuali, una delle quali la famosa Brindisi Terminal Italia, rappresentata dal ben noto Mario Salucci, ha operato per conto ENEL nello sbarco di 15.000 Tonnellate di carbone al giorno. Durante tale gestione, esaminando ad oggi la documentazione, ho constatato che l’ENEL, richiedendo inizialmente la fatturazione dello sbarco carbone direttamente alla sola B.T.I., dargli in concreto l’opportunità al noto Salucci, di evitare, una volta incassate le fatture dall’ENEL, di pagare le 2 imprese portuali locali, la B.I.S. Srl e la Cannone Teodoro Srl, che avevano effettivamente effettuato lo sbarco ed il trasporto del carbone, quindi permettendo al famoso Salucci, di poter truffare letteralmente l’imprenditoria locale per decine di milioni di euro. Esaminando tutta la documentazione ho potuto anche verificare che oltre al danno economico vi è stata anche la beffa, con una ulteriore perdita economica, sempre a danno dell’imprenditoria locale, a seguito di quanto accaduto:
vista la inaffidabilità della B.T.I. del famoso Salucci, la B.I.S., assieme alla società Cannone t. S.r.l. e Shore Service Srl entrarono come consorziati nel costituito “Consorzio per le rinfuse nel porto di Brindisi”, costituito dalle imprese Peyrani Sud Spa, Compagnia Portuale Srl, D’Oriano M.E. Srl e Sud Est Srl.
Detto Consorzio partecipò ad una gara per la movimentazione del carbone periodo 2005/2007 rinnovabile di ulteriori 2 anni. Modalità di aggiudicazione dell’appalto massimo ribasso, a condizione che i partecipanti fossero in possesso dell’Autorizzazione ad operare in porto ex art. 16 L. 84/94 relativa specificatamente alla movimentazione di rinfuse, pena l’esclusione dalla gara.
Le offerte presentate, furono, quella del Consorzio per le Rinfuse di Brindisi, e quella di un’ATI costituita dalla ZACCARIA AUTOTRASPORTI SRL, ECOLOGICA SPA di Taranto, e la SIR SRL.
Nessuna delle tre Società costituenti l’ATI era in possesso dei requisiti richiesti, dall’ENEL in sede di gara, ma solo la ZACCARIA SRL (era in possesso di un’autorizzazione ex art. 16 L. 84/94 per la sola movimentazione di semirimorchi, ma non per movimentare rinfuse).
Nonostante detta mancanza, ed un ulteriore irregolarità in fase di gara, cioè aver inserito un dato economico nella busta dei dati tecnici, tali evidenti irregolarità avrebbero dovuto prevedere l’esclusione dalla gara secondo il codice degli appalti che anche l’ENEL dovrebbe applicare e far rispettare, ma forse il motivo principale di detta aggiudicazione fu il notevole ribasso effettuato dall’ATI.
La società B.I.S. oggi dal sottoscritto rappresentata, assieme al Consorzio per le rinfuse, rimaste isolate, senza l’aiuto di nessuna associazione di categoria, furono costretti a rincorrere c/o i vari Tribunali/TAR/Consiglio di Stato e Cassazione, il rispetto e l’applicazione delle leggi esistenti, solo dopo 13 anni si è ottenuta ragione in pieno, ma nel frattempo l’ATI aggiudicataria, senza i requisiti iniziali, ha potuto fatturare ed incassare centinaia di milioni di euro nell’attività di sbarco e trasporto carbone. La ZACCARIA SRL che fece da testa di ariete per aggiudicarsi inizialmente l’appalto con la sua autorizzazione di movimentazione semirimorchi, è fallita. La Ecologica Spa, ha nel frattempo ottenuto la sua licenza d’impresa ex art. 16, e continua in monopolio a lavorare per conto ENEL, visto che ne la società BIS Srl, vincitrice in tutte le sedi giudiziarie ed essendo stata ferma dal 2004 al 2017 nel settore rinfuse, ne altre imprese autorizzate ex art. 16, possono più partecipare alle gare ENEL (visto che è uno dei requisiti richiesti dall’ENEL nelle gare la dimostrazione che negli ultimi 3 anni si abbia un notevole fatturato nel settore). Riprova di quanto innanzi affermato rinviene da quanto accaduto nell’ultimo appalto di sbarco carbone, al quale la B.I.S. non ha potuto partecipare per mancanza dei suddetti requisiti, apprendendo della partecipazione e relativo affidamento alla Soc. Peyrani Brindisi, per poi successivamente annullare detto appalto, perchè si sarebbero accorti dopo l’aggiudicazione che la Società non aveva il fatturato richiesto negli ultimi 3 anni, che doveva essere pari a circa Euro 2.400.000,00 con relativa movimentazione di rinfuse.
Secondo il mio modesto parere, l’errore commesso dall’ex amministratore della B.I.S. Srl è stato quello di non essersi comportato allo stesso modo, quando perso l’appalto dell’imbarco dei gessi e dello sbarco del carbone, anzichè ritirarsi in buon ordine e ricercando altre attività per i propri dipendenti, avrebbe dovuto fare come tutti gli altri imprenditori quando perdevano gli appalti e usavano i dipendenti come arma di ricatto nei confronti dell’ENEL bloccando i cancelli di ingresso, visto che tutti gli enti interessati in dette vicende Autorità Portuale-Capitaneria e chi di competenza, nessuno è mai intervenuto, risultato finale, la nostra società non è più in grado di partecipare alle gare e l’ex Amministratore (nonchè mio suocero) costretto a patteggiare 2 anni e 6 mesi.
Pertanto cara ENEL, una leggera mano sulla coscienza, assieme ad associazioni di categoria, e sindacati, la dovreste mettere per come avete, e state, trattando Brindisi sotto l’aspetto imprenditoriale.
Un piccolo sfogo di un giovane imprenditore trovatosi catapultato in questa realtà brindisina.

L’amministratore
B.I.S. Srl

 

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