POLEMICHE SUL CARCERE DI BRINDISI – INTERVIENE IL GARANTE DEI DETENUTI

CASA CIRCONDARIALE DI BRINDISI
Sig.Arena, su segnalazione, ho avuto modo di ascoltare, in differita, la sua trasmissione “Radio carcere”, andata in onda giovedi 22 ottobre 2020.
La gravità di alcune affermazioni contenute in una lettera inviata da un gruppo di detenuti della Casa Circondariale di Brindisi” ci trattano peggio dei maiali” e alcuni suoi commenti circa
la struttura carceraria di Brindisi definita vecchia, fatiscente e vergognosa, mi hanno convinto a ritornare , in qualità di garante provinciale dei diritti delle persone prive di libertà,
dopo un paio di settimane, nella Casa Circondariale di Brindisi per verificare la fondatezza della denuncia e dei relativi commenti.
Lunedi mattina 26 ottobre 2020, preannunciato telefonicamente, dalle ore 12,00 alle ore 14,50, ho avuto modo di visitare, accompagnato dal Commissario Capo della polizia penitenziaria,
parte cospicua della struttura carceraria: sala colloqui in presenza, sala video- chiamate, almeno 10 ambienti in presenza dei detenuti ivi presenti, colloquiando
sulla loro situazione, condizione,problematiche, relazioni, cibo. Ho avuto modo di visitare le stanze contenenti non più di quattro posti letto, angolo cucina,
servizi igienici con doccia, tavolo multiuso, armadi, armadietti, sedie ed altro. Nessuno, nessuno su 40 detenuti ascoltati ha rappresentato lontanamente il
feroce commento contenuto nella lettera ” ci trattano peggio dei maiali” o commenti sulla struttura fatiscente e vergognosa.
Le celle erano ben tenute e i presenti ostentavano con orgoglio l’ordine e la pulizia regnante.
Ho osservato i luoghi adibiti a passeggiate, socialità, le aule scolastiche con banchi distanziati, gli ambulatori medici e mi sono soffermato a parlare con personale medico ed infermieristico
che hanno rappresentato non pochi problemi con la Direzione dell’ASL competente.
Alla luce di quanto verificato di persona, la lettera inviata da alcuni detenuti della casa circondariale di Brindisi necessita di alcune considerazioni.
Il testo della lettera conteneva alcune richieste-campetto di calcio, celle aperte, tutela dal fumo passivo- ed invocavano un’ispezione del DAP,
visto che venivano trattati peggio dei maiali.
A tale lettera lei, commentando, ha aggiunto considerazioni ironiche, beffarde e poco rispettose del lavoro altrui.
Chiunque è libero di scrivere, fare richieste, esprimere desideri, commentare, irridere al limite dell’offesa.
Le richieste dei detenuti devono fare i conti con l’habitat in cui vivono. Se il campetto dove stazionano è fatto di cemento, non può essere adibito a
campo da gioco, pena il rischio concreto di forti contusioni, abrasioni, infortuni. La salute prima di tutto è un principio sempre valido o viene invocato a seconda delle circostanze?
Se le celle non sono aperte per poter girovagare e stazionare da una stanza all’altra, ci saranno delle valide ragioni per non soddisfare questa richiesta.
Nei luoghi chiusi non si dovrebbe mai fumare, a prescindere. il rispetto interpersonale, anche tra detenuti, è la base minima per una convivenza decente.
Le ispezioni, i sopralluoghi, ci sono sempre stati e sempre ci saranno, fanno bene a tutti, Direzione, Amministrazione e detenuti. Sono fatti per verificare gli standard
dei servizi erogati, del rispetto di regole e diritti di tutti, detenuti , polizia penitenziaria, personale amministrativo,Direzione. Serve a verificare la fondatezza di dichiarazioni
e denunce, da parte di qualche detenuto. La lettera inviata contiene un’affermazione offensiva e denigrante:” Siamo trattati peggio dei maiali”
Affermazione grave, denigrante e lesiva del lavoro di addetti e volontari; la dedizione di centinaia di persone mortificata da chi si nasconde dietro l’anonimato.
Troppo facile lanciare il sasso e nascondere la mano.
Tali affermazioni, sul piano giornalistico, andrebbero poco poco verificate prima di darle come verità assolute ed inconfutabili.
In caso contrario, ogni affermazione proveniente dal carcere sarà di per sé VERA.
Nando Benigno
Garante dei diritti delle persone prive di libertà della Provincia di Brindisi.

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