POLITICA – LEGA SEMPRE PIU’ KAMIKAZE. ALTRO COMMISSARIAMENTO, ALLE SOGLIE DEL VOTO…

Non si argina la tattica-suicida della Lega in Puglia. I vertici del partito di Salvini, infatti, hanno disposto l’ennesimo commissariamento ed ancora una volta alle soglie di un voto amministrativo. Questa volta è toccato al segretario cittadino di Ostuni Donato Marangi. Lo stesso che avrebbe dovuto defiire le intese con i partner del centro destra per la scelta di un candidato credibile a sindaco della città bianca. E invece si è preferito cambiare in corsa. Del resto, la stessa cosa era accaduta a Brindisi quando Paolo Taurino fu commissariato da coordinatore provinciale proprio in prossimità del voto amministrativo. Il candidato della Lega non riuscì, come è noto, a strappare un posto per il ballottaggio, piazzandosi all’ultimo posto tra i candidati sindaci. Oggi la storia si ripete.

Ecco, in ogni caso, la nota dell’ormai ex segretario cittadino della Lega ad Ostuni Donato Marangi:

Ho appreso con sommo dispiacere di non essere più il coordinatore cittadino della Lega di Ostuni. Dopo oltre tre anni di lavoro sul territorio, lavoro mai riconosciuto dai vertici provinciali e regionali, dopo aver sottratto tempo alla famiglia e al mio lavoro, dopo aver portato a Ostuni, in tempi non sospetti, l’allora movimento Noi con Salvini, che al tempo veleggiava tra l’1 e il 2%, sono stato commissariato e, di fatto, invitato a non occuparmi più del partito in un momento cruciale per la nostra città, a pochi mesi

dall’appuntamento con le Elezioni Amministrative.

Mi si rimprovera di non aver saputo creare un gruppo, laddove, invece, per diverse volte ho dovuto radunare persone con storie politiche e professionali differenti, prontamente spaventate dall’ondivago atteggiamento dei dirigenti provinciali, i quali hanno preferito interessarsi di Ostuni solamente in vista, appunto, delle Elezioni Comunali, con un occhio volto al futuro, leggasi le Regionali del prossimo anno.

Mi si rimprovera di non aver presenziato alle ultime manifestazioni che hanno visto la presenza di Matteo Salvini, laddove sin dal 2016 ho partecipato a tale tipologia di manifestazione, quando la Lega, soprattutto alle nostre latitudini, non era certamente ben vista e ancora ben lontana dall’essere partito di governo.

Mi si rimproverano cento altre cose delle quali, onestamente, non trovo ragioni valide, se non la volontà di gestire il partito in modo autoritario e volto all’apparenza assai più che alla sostanza, con, in verità, già alla base la scarsa volontà di radicarsi e di rafforzarsi nella città di Ostuni.

Ho lavorato partendo dalla mia contrada, occupandomi di problemi che se per alcuni possono risultare piccoli, per molti altri sono grandi e richiedevano e richiedono tutt’ora una pronta risoluzione; ho proseguito allargando il raggio d’azione mio e dei miei collaboratori sul centro della città, parlando con i cittadini, mettendo sempre al primo posto l’interesse e la credibilità del partito; ho partecipato a riunioni e tavoli di coalizione, dando talvolta input decisivi e ascrivendo alla Lega meriti che, si perdoni il gioco di parole, evidentemente non meritava.

Sono stato tra i primi a portare il nome di Matteo Salvini in provincia di Brindisi, quando molti altri, saliti soltanto da poco sul carro del vincitore, lo denigravano e, talvolta, lo insultavano, quegli stessi insulti che io stesso ho ricevuto negli scorsi anni e che, proprio per attaccamento alla Lega e al suo segretario nazionale, ho con orgoglio ignorato, spronato anzi a proseguire con accresciuto vigore il mio disinteressato impegno.

Ma questo lavoro ha finito per incocciare contro una serie di ostacoli insormontabili creatimi non già da avversari o alleati, bensì dal mio stesso partito, per il quale, evidentemente, sono stato utile solamente in passato, ma che, oggi, pare poter da me prescindere. Sia chiaro: non sono io a lasciare la Lega, ma è la Lega a lasciare me, dopo avermi già isolato. Non mi sono dimesso, ma sono stato rimosso, come si rimuove uno scomodo retaggio del passato.

Resta incrollabile la mia fiducia, la mia stima, il mio sostegno a Matteo Salvini, nel cui progetto ho creduto sin dal primo momento e nel quale continuerò a credere, indipendentemente da quelli che saranno i suoi rappresentanti sul territorio, sulla cui efficienza ripongo oramai più di un dubbio. Se la Lega non si presenterà alle imminenti Elezioni Comunali, la colpa dovrà essere indagata e ricercata altrove: a quel punto, potremo dire di aver perso tutti, nessuno escluso.

Ringrazio di cuore quanti hanno creduto in me in questi anni e chi lo ha fatto in questi ultimi mesi. Il loro supporto è stato per me fondamentale e fonte di orgoglio.

Donato Marangi

 

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