QUANDO IN POLITICA NESSUNO PERDE!!!

Di Renato Rubino

Siamo tornati, in politica, davvero nella Prima Repubblica. In un’epoca segnata da consultazioni elettorali con nessun perdente o, se preferite, da una miriade di vincitori. E il gancio ce lo ha fornito la recente elezione del nuovo consiglio provinciale di Brindisi. Ma andiamo con ordine. Era l’epoca, quella della Prima Repubblica targata anni ‘80, del pentapartito (DC, PSI, PRI, PLI e PSDI) e del sistema proporzionale, da tutti vituperato ma da tutti ricercato come fonte di ossigeno per le proprie aspirazioni e per la propria visibilità. Anche ai giorni nostri, come dimostrano i tanti partitini dello “0 virgola %” o poco su di lì presenti in Parlamento. Un vicolo cieco in cui si dibattevano illustri commentatori, abili politici, brillati ideologi, esperti economisti. Roba da far venire un cerchio alla testa simile alle emicranie più pungenti. E il fatto che tutti vincevano e nessuno perdeva, perché si riusciva in ogni caso, anche con percentuali vicine ai prefissi telefonici di un tempo, a mantenere e coltivare il proprio orticello, lasciva tutto come era prima. Tutti felici e contenti insomma. Ebbene, a decenni di distanza, dopo aver metabolizzato e buttato giù dal grattacielo il sistema maggioritario, il popolo italiano sta vivendo la stessa esperienza, condita sempre dai soliti cerchi alla testa di ciascuno dei 58 milioni di italiani. L’esempio più eclatante è stato il risultato della consultazione referendaria, ufficialmente indetta per la revisione della seconda parte della Costituzione, ma, che, sotto sotto, valeva anche come “prova del nove” del governo Renzi. Anche l’ex premier fiorentino non ha provato neanche un attimo a sfuggire alla tentazione di dichiararsi vittorioso, pur avendo perso nettamente il Referendum con un evidente punteggio sfavorevole di 60 a 40. Nel basket tale risultato è indicativo di una superiorità netta del vincitore. Per Renzi, invece, il risultato ottenuto dal suo partito e da coloro che volevano cambiare la Costituzione italiana è stato più che ottimo, oltre le previsioni ed era, per li, la più idonea base di partenza per rilanciare l’Italia. E per uno che voleva stravincere 80 a 20, che voleva dimostrare a tutti i costi la sua forza, ci sembra invece, a noi semplici mortali, una catastrofe biblica. Altro che risultato accettabile e virtuoso. Ma il mondo d’oggi va così. Traslato al nostro territorio, sia pur in termini meno eclatanti e importanti, vista la situazione oggettiva di carenze a vari livelli in cui vivono le Province, fatte fuori da Renzi prima del Referendum, è il discorso susseguente alla consultazione elettorale di domenica scorsa per il rinnovo del consiglio provinciale di Brindisi. Anche qui il punteggio è assai eloquente. La “strana” coalizione PD-Forza Italia, forse l’antipasto di quello che accadrà a livello nazionale, ha vinto nettamente 8 a 4 (perché i consiglieri eletti sono 12) contro l’altra coalizione formata da noi centro di Ferrarese e i CoR di Fitto. Nel calcio, se il Real Madrid perdesse 8 a 4 contro il Barcellona, sarebbe uno scandalo, roba da esonero per l’allenatore perdente. Invece, guarda caso, anche qui, nell’orticello brindisino, tutti contenti, tutti vittoriosi, tutti desiderosi di fare dichiarazioni alla stampa di giubilo, pronti a stappare bottiglie di champagne. Pardon, di spumante. Per chi ha perso nettamente, l’aver conquistato 4 seggi su 12 nell’assise consiliare di un ente che resta attaccato alle bombole di ossigeno è tradotto come un successo. Eppur parliamo di partiti, di movimenti che hanno avuto e che hanno ancora esponenti di spicco a livello territoriale e nazionale e che governano, tra l’altro, la città di Brindisi. E’ proprio vero. L’orticello, sia pur piccolo piccolo, lo si deve innaffiare. Sempre!!!

 

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