QUANDO LA SICUREZZA IN SPIAGGIA NON VALE NEANCHE UN EURO….

C’è fame di spiagge, di lidi attrezzati, di stabilimenti balneari adeguati alle aspettative di tutti. C’è bisogno di spazi dove godere l’estate prima di affrontare un altro lungo inverno. E’ un bisogno legittimo che a Brindisi, purtroppo, non trova la giusta strada. Quello che è accaduto giorni fa a cala Materdomini, che accade ormai da un po’, quel muro che delimita la ex spiaggia Ufficiali della Marina Militare, da due anni proprietà del Comune, che viene abbattuto, ricostruito e riabbattuto, a dispetto del pericolo, segnalato, di un crollo di strutture vetuste e pericolanti, è solo uno spaccato del bisogno che attanaglia i brindisini, ma non è il solo. Anche i lidi attrezzati, quei pochi sopravvissuti, devono fare i conti con questa necessità. Succede allora che questi stabilimenti diventano meta preferita di chi non può permettersi di prenotare ombrelloni e lettini in stabilimenti nati di recente e decisamente non alla portata di tutti e preferisce quindi organizzarsi in autonomia. Il lido S. Lucia, non più appannaggio esclusivo dei dipendenti della Polizia Municipale, è uno di questi. Negli ultimi anni ha visto crescere in maniera esponenziale, il numero di frequentatori. I gestori si attengono a quelle che sono le normative vigenti, soprattutto in materia di sicurezza. Il lido, infatti sorge, come tutti, sulla falesia a rischio crollo. La normativa obbliga,tra le altre cose, a lasciare spazi di spiaggia libera ai lati del tratto di spiaggia attrezzato. Succede allora che in molti, pur di non pagare un euro (cifra chiesta come contributo alle spese di gestione del lido), entri dall’ingresso del lido stesso, per recarsi nel tratto libero, ma di fatto usufruisce, senza a questo punto averne diritto, dei servizi dello stabilimento, docce, servizi igienici, bar. I gestori hanno così creato un percorso alternativo per poter raggiungere la spiaggia libera senza passare dall’ingresso utilizzato dai “paganti”. Va detto però che i tratti di spiaggia libera, si trovano proprio a ridosso della stessa falesia che il Comune ha dichiarato a rischio crollo apponendo anche dei cartelli di segnalazione. Che accadrebbe allora nella malaugurata ipotesi di un incidente in quel tratto di spiaggia libero ma pericoloso che, allo stesso tempo la legge impone di garantire ai bagnanti? Su chi ricadrebbe la responsabilità? Un bell’enigma ad oggi senza risposta. Nel frattempo i bagnanti continuano ad affollare il lido e le aree libere, con un pizzico di incoscienza e di fatalismo per questi ultimi e con crescente preoccupazione dei gestori del lido impantanati in una situazione che ha del grottesco.

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