RIFIUTI – GLI INTERROGATIVI LEGATI ALLA PROCEDURA NEGOZIATA PER INDIVIDUARE IL NUOVO GESTORE

Dovrebbero essere dieci le aziende invitate dal Comune di Brindisi a presentare una offerta per lo svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani (spazzamento, raccolta differenziata e trasporto presso i siti di conferimento) per una durata di sei mesi e per un importo complessivo di 7.800.000 euro.

Si tratta di A2A, Falzarano, Tecnoservice, Monteco, Senesi, AMIU Puglia, AMIU Taranto, Serveco, Bar S.a. ed Ekotecnica.

Le offerte dovranno giungere a Palazzo di Città entro le ore 12 di lunedì 26 giugno. I costi del personale (4.950.000 euro) non sono soggetti a ribassi, così come quelli relativi agli oneri della sicurezza (30.000 euro).

A conti fatti, facendo riferimento agli importo indicati ed al periodo limitato a soli sei mesi, è assai improbabile che una azienda con i conti in regola possa proporsi per l’effettuazione di tale servizio.

Risulta assolutamente incomprensibile, poi, l’aver inserito tra le ditte invitate anche la Falzarano e la Monteco. Il tutto, infatti, va in contrasto con quanto scritto nella delibera numero 14 assunta dal sub commissario vicario Onofrio Vito Padovano con i poteri della Giunta Municipale.

Nella relazione tecnica (inserita in delibera) firmata dal dirigente del settore Ecologia, ing. Gaetano Padula, si afferma che “non può considerarsi illogico, irragionevole o arbitrario l’operato dell’Amministrazione appaltante che, nell’individuazione degli operatori dal consultare, esclude chi si sia reso responsabile di gravi inadempimenti nell’esecuzione di un precedente contratto di appalto e sia perciò stesso inaffidabile, essendo venuto meno il rapporto fiduciario che caratterizza di norma i contratti della pubblica amministrazione”.

Sulla base di tali premesse, non si comprende il motivo per cui si è proceduto con l’invito alla ditta Ecologia Falzarano con cui è in piedi un contenzioso legale che ha visto proprio ieri pronunciarsi (a favore delle tesi del Comune) anche i giudici del Consiglio di Stato.

E non si comprende neanche come si sia potuto invitare la Monteco, atteso che nel periodo di sua permanenza a Brindisi sono state innumerevoli le contestazioni effettuate dal Comune nei confronti dell’azienda salentina. A puro titolo indicativo, basterà citare la relazione del comando della Polizia Municipale del 27 novembre 2012 con cui si certificò l’utilizzo di automezzi obsoleti (e quindi non a norma con quanto pattuito) ed in numero ridotto. Fu proprio il comando della PM a chiedere al dirigente di Igiene Urbana di irrorare le previste sanzioni pecuniarie.

La stessa Monteco, poi, nel gennaio del 2012 si rifiutò di sottoscrivere il contratto di affidamento a seguito della gara che si era aggiudicata per un periodo di due anni.

Esiste, poi, la intricata vicenda (anche con risvolti penali) dei locali utilizzati da Monteco per il ricovero dei mezzi che nel luglio del 2013 si concretizzò anche in una diffida a firma del dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune, ing. Pietro Cafaro. Tali locali, infatti, erano privi di agibilità.

E poi i tanti ricorsi al Tar che hanno visto contrapposti la Monteco al Comune di Brindisi.

Viene da chiedersi, pertanto: ci sono le condizioni perché c on la stessa azienda possa eventualmente instaurare un “rapporto fiduciario”?

 

Condividi questo articolo:
Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on whatsapp
no_fumo_torchiarolo

what you need to know

in your inbox every morning