SCUOLA, MACINA (M5S): “BASTA PRESE DI POSIZIONE. EMILIANO REVOCHI ORDINANZA E NON GIOCHI CON I DIRITTI DI FAMIGLIE E STUDENTI”  

Scuola, Macina (M5S): “Basta prese di posizione. Emiliano revochi ordinanza e non giochi con i diritti di famiglie e studenti”

 

La deputata brindisina: “Sconcertante ‘schizofrenia’ della Regione sul tema. Il Presidente convochi un tavolo per la riapertura”

 

Roma, 5 novembre 2020 – “Spiace davvero assistere all’incomprensibile e ingiustificato atteggiamento, che appare piuttosto ambiguo, di un Presidente di Regione che prima, per il tramite di Lopalco, annuncia la riapertura delle scuole, poi in serata fa retromarcia, confermando l’ordinanza con cui ha disposto la chiusura. Incomprensibile anche la sfida lanciata al Governo fatta a spese dell’intero mondo della scuola. Una ‘schizofrenia’ inaccettabile che si sta consumando sulla pelle delle nostre alunne e alunni”. Così la deputata brindisina Anna Macina, portavoce M5S a Montecitorio. “Sarebbe stato opportuno invece – continua – come più volte sollecitato tanto dalla sottoscritta quanto dal Governo, e come oggi sollecitato dalle parti sociali, convocare un tavolo permanente sulla scuola in cui discutere e affrontare i problemi, piuttosto che perseverare in scelte non condivise con nessuno, prima ritratte e poi inspiegabilmente confermate. L’ultimo DPCM ha ribadito la centralità della didattica in presenza, che va preservata perché un diritto fondamentale per la nostra comunità scolastica. Eppure la Puglia, zona arancione, in cui si dovrebbe svolgere la didattica in presenza fino alla terza media, per una scelta in ‘solitaria’ di Emiliano e Lopalco, si trova nella paradossale situazione di applicare misure più rigide persino rispetto alle zone rosse, dove è consentita la didattica in presenza fino alla prima media. Una disparità di trattamento voluta dal Presidente di Regione che confina in dad studenti del primo ciclo, a dispetto di quanto accade in Sicilia (ugualmente zona arancione), dove invece viene preservata la didattica in presenza. Basta con queste prove di forza, che non servono a nessuno e mettono a repentaglio diritti costituzionali preziosi come quello dell’istruzione” conclude la deputata.

 

 

 

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