STA PER INIZIARE LA POSA DEI TUBI DEL GASDOTTO TAP – LA NOTA DEI “NO TAP” DI BRINDISI

Il mostro “Castoro Sei” di TAP a Brindisi: il disastro ambientale continua

E’ arrivato al largo di Cerano il gigante del mare Castoro Sei di Saipem, nave che tra due settimane inizierà a posare in mare i tubi del gasdotto TAP da San Foca a Fierin Albania.

Tutto questo mentre i vertici della multinazionale svizzera TAP e Saipem sono a processo a Lecce con l’udienza fissata l’8 maggio, perché i lavori per il gasdotto Tap sono andati avanti “in assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie”. E questo perché è considerata “illegittima” l’autorizzazione di compatibilità ambientale rilasciata con il doppio decreto del ministero dell’Ambiente del 2014 e del 2015, in quanto adottata “senza valutazione degli ‘effetti cumulativi’ esterni ed interni”, in violazione di direttive e convenzioni europee. Sono “parimenti illegittime le varianti in corso d’opera non sottoposte a procedura di verifica di esclusione dalla Via e dunque non autorizzate” e perché si doveva procedere ad una valutazione unitaria quantomeno di massima tra il tratto Tap e quello Snam, che collega il primodaMelendugno(Lecce) fino a Brindisiper 55 chilometri.

In presenza di reati ambientali il Ministero dell’Ambiente, presieduto negli ultimi due Governi dal Generale Carabiniere della Terra dei Fuochi Sergio Costa, di solito sequestra il sito o cantiere indagato, al fine di evitare la reiterazione e la continuazione del disastro.

Nei cantieri TAP invece no: i lavori sono continuati imperterriti!

E per i lavori a mare ancora peggio.
Dopo la scoperta, proprio da parte dei tecnici TAP, dei banchi coralligeni al largo di San Foca – riportati da tutti i giornali come eccezionale scoperta – TAP, secondo le prescrizioni, si sarebbe dovuta tenere ad almeno 50 metri di distanza dai coralli. Di conseguenza,  poiché è impossibile non attraversare questi coralli unici dell’Adriatico, TAP ha ritirato la Valutazione d’Impatto Ambientale per l’exit point di San Foca e, invece di proporre un nuovo studio di impatto ambientale in mare da sottoporre ai vari enti per l’approvazione con tutte le prescrizioni legali, ha presentato semplicemente una “piccola” variazioneal progetto: i banchi coralligeni verranno espiantati e reimpiantati, così come è stato fatto per gli ulivi sulla terraferma. Una soluzione, questa, senza studi scientifici alle spalle, mai effettuata prima, e mai sottoposta ad alcun ente scientifico per la valutazione d’impatto ambientale. Il coralligeno è protetto a livello internazionale tra gli Habitat prioritari della Direttiva EU (92/43/EEC) e nel programma P.O FESR 2007/2013 -ASSE IV. Linea 4.4.

E cosa fa il Ministero dell’Ambiente in questa situazione?
Il 22 novembre 2019 il Ministero dell’Ambiente, per i lavori in mare di fronte a San Basilio,  da  la “VIA libera”, cioè non ritiene necessaria una nuova Valutazione d’Impatto Ambientale.
Luigi Quaranta di TAP dichiara che lo spostamento del coralligeno avverrà SENZA ALCUN IMPATTO AMBIENTALE, ma tale scelta è in contrasto anche con quanto deciso dalla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) della Fao, nel corso della 43/a sessione in merito a TAP, che ha visto riuniti i Paesi del Mediterraneo ad Atene dal 4 all’8 novembre 2019 (solo per citare l’ultimo consesso a protezione dei coralligeni).

E così da due mesi la nave Mimar Sinan, una mega ruspa galleggiante, scava i fondali intorno all’exit point del microtunnel a San Foca per ritrovare la talpa, distruggendo i fondali, alla faccia delle biocostruzioni e senza alcun controllo da parte degli enti a questo preposti.

TAP si comporta come se fosse la padrona di San Foca. Facendosi forte del fatto che la Capitaneria di Porto di Gallipoli, in data 28 gennaio 2019 aveva concesso 37mila metri quadrati di superficie in mare e 493 sulla costa a TAP per 50 anni ad un canone annuo di 121.600 euro, TAP sta distruggendo i fondali e i coralligeni.
Ma ciò che ha in mano è solo una concessione, non una proprietà, perché questi ambienti sono patrimonio dell’umanità.

E le illegalità continuano pure con SNAM, che va avanti con ritmo forsennato sulla interconnessione TAP/SNAM da Melendugno a Contrada Matagiola (Brindisi):  in questo tratto sono stati abbattuti, cioè distrutti, oltre 5.000 ulivi a seguito di un semplice esame visivo che ha diagnosticato la presenza di Xylella. Tra questi, nel lotto 3 di Torchiarolo, questa estate sono stati distrutti oltre 30 ulivi secolari senza la necessaria autorizzazione della Commissione Ulivi Monumentali (come previsto dalla prescrizione A11 della V.I.A.), che si è riunita solo a novembre 2019. Tutto ciò è stato già ampiamente denunciato dal Movimento No TAP di Brindisi.

Illegalità di TAP su tutti i cantieri, TAP indagata per tutti questi reati ambientali, scempio in mare a San Foca col coralligeno… e intanto arriva la Castoro Sei a finire l’opera.

Il Ministro Costa, ancora oggi in carica, il 17 ottobre 2018 aveva dichiarato che, se ci fossero state irregolarità nell’opera, avrebbe fermato TAP…

Il 28 ottobre 2018 il Presidente Conte, in una lettera aperta ai cittadini di Melendugno, aveva dichiarato che“Se ‘colpa’ deve essere, attribuitela a me”.

Intanto in questi giorni centinaia di multe da migliaia di euro e numerosi fogli di via hanno colpito gli attivisti No TAP, e decine di cittadini sono a processo a Lecce per essersi opposti a questi abusi e irregolarità della multinazionale svizzera TAP.

Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia che ha nel frattempo dichiarato l’emergenza climatica ed è stato nominato relatore della UE sulle strategie della riduzione dei gas serra (ricordiamo che i gas serra sono soprattutto CO2 e metano), essendo favorevole a TAP ma contro l’approdo a Melendugno, si costituisce parte civile nel processo contro TAP chiedendo risarcimenti miliardari.

Le colpe ci sono e anche gli abusi e le irregolarità: Governo, Ministero, Regione, Giudici, GIP: fermate lo scempio di TAP prima che sia troppo tardi.

Movimento No TAP di Brindisi

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