UIL PENSIONATI BRINDISI STU APPIA ANTICA, MESSAPIA ED EGNAZIA: “SIAMO AL CAPOLINEA”

Nota stampa di Uil Brindisi, STU MESSAPIA, APPIA ANTICA ed EGNAZIA

Siamo al capolinea

Siamo ormai al capolinea di una storia sociale, socio-sanitaria e assistenziale, che forse non si vuole tenere conto com’è giusto considerarla nel suo sistema attuativo, insito anche nella “legge dell’invecchiamento attivo”, approvata il 9 aprile del 2019. Il 2020, secondo la Uil pensionati di Brindisi “STU Appia Antica, Messapia, Egnazia” dovrebbe essere “l’anno della Svolta”, richiamata nell’appello di fine anno dal Presidente della Repubblica Mattarella per rafforzare la coesione sociale e il senso di responsabilità comune verso le fasce più deboli come anziani e giovani senza lavoro e persone non autosufficienti. Dalla manovra di Bilancio, approvata il 24 dicembre, ci si aspettava molto di più soprattutto sulla “Riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, sulla rivalutazione delle pensioni, sul rinnovo dei contratti, sulle infrastrutture e sul Mezzogiorno che sta vivendo momenti molto difficili”. La Uil pensionati di Brindisi invita le istituzioni a essere attuativi su questi temi con “interventi urgenti per il territorio”. La Svolta chiede a tutti di fare fronte al più grande cambiamento demografico mai accaduto prima d’ora nella storia, accumunandosi principi e valori condivisi: partecipazione, solidarietà, inclusione e attenzione ai beni comuni. Pur apprezzando in parte la legge di Bilancio 2020 sulle importanti disposizioni per l’alleggerimento del peso sul debito per gli enti locali, non bisogna sottacere però, il difficile prefigurare di uno scenario futuro fortemente penalizzante per le comunità e per le prospettive di sviluppo dei territori. La preoccupazione della Uil pensionati del territorio Brindisino è che da una parte si amplierà l’incontrollabile platea dei Comuni in dissesto, mentre dall’altra i sindaci saranno costretti a fare ricorso fiscale per tenere i conti in ordine senza alcuna utilità aggiuntiva per i cittadini. Infatti questo è riscontrabile dall’aumento della percentuale di accantonamento del Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), all’introduzione dal 2020 di un Fondo di accantonamento di risorse correnti, il “Fondo di garanzia crediti commerciali”, con percentuali che possono raggiungere il 5% delle spese intermedie che potrebbero causare riflessi negativi a scapito dell’erogazione dei servizi essenziali, in particolare socio-assistenziali.

Le Strutture territoriali della Uil pensionati di Brindisi sollecitano i Sindaci del territorio, il Presidente della Provincia e il Direttore dell’Asl ad affrontare le sfide socio-sanitarie e le emergenze delle nostre comunità in modo integrato insieme e attraverso un confronto/dialogo con le parti sociali per uno sviluppo inclusivo, sostenibile, attento alla collettività, capace di scommettere accettando le sfide, di coniugare diritti, crescita economica e servizi di assistenza e di prestazioni alle cure attraverso la sperimentazione, la ricerca e l’innovazione tecnologica. L’invito è a essere protagonisti nella grande sfida del cambiamento per invertire il trend dell’esodo che serve all’incompiutezza dello squilibrio di un nord sempre più ricco a danno di un sud che stenta a rilanciare la sua crescita, dovuta a una politica che non ha saputo trasformare le risorse territoriali in opportunità di lavoro in qualità e in stile di vita. Nel frattempo la popolazione diminuisce, le classi scolastiche si spopolano e, come una catena arrugginita, si chiudono le scuole, gli uffici, le attività commerciali, le banche (vedasi la Banca d’Italia a Brindisi) e gli ospedali nel nostro territorio.

Brindisi ha bisogno di progetti credibili e di tutele. Il compito delle Istituzioni, del presidente della Provincia, dei sindaci e del direttore dell’Asl, è di creare le condizioni per sostenere “Lavoro, Salute, Partecipazione e Sicurezza”, pilastri che riconoscono diritti e responsabilità nell’ avere un ruolo di rappresentanza e di rappresentatività insieme per fare “Sistema” e avviare una nuova stagione costruttiva e di Svolta. Le entità comunali, i piani di zona e la sanità hanno delle potenzialità e polifunzionalità socio-sanitarie per dare tutela e cura alla persona che ha bisogno. Per la Uil pensionati la tutela della salute è un diritto e un impegno che bisogna farsi carico a promuovere trasparenza e legalità per un sistema sanitario affidabile che affronti la prevenzione, la malattia e riduca la cura e l’accesso ai servizi e soprattutto alle persone più fragili. Le disuguaglianze anche sanitarie nel meridione precipitate, nel silenzio e nell’indifferenza voluta da alcuni Enti Istituzionali che hanno portato la sanità territoriale nel baratro dell’incapienza dei posti letto, (a Brindisi 3,5 PL su mille abitanti, meno della media nazionale), di medici, d’infermieri e di spazi fisici che rendono impossibile curare e dare servizi al paziente. Il diritto a essere curati è esigibile e non un privilegio, cosi come afferma la Costituzione, ma tra Pronto Soccorso sovraffollato, le lungaggini delle liste d’attesa e l’accesso a un’intramoenia e a costose analisi e spesa non è possibile rivolgersi all’ospedalizzazione pubblica.  Per la Uil pensionati si rammenta che il rispetto di cura è un diritto umano fondamentale e non una fonte di profitto e al Distretto sanitario è demandato il compito di rispondere in modo unitario e globale ai bisogni di salute della popolazione residente nei Comuni ed è loro assegnata la responsabilità di assicurare accessibilità e appropriatezza, secondo i criteri di equità come la disponibilità di servizi sanitari e sociosanitari ad alta integrazione sanitaria. L’ADI è l’Assistenza domiciliare integrata. Questa è rivolta prioritariamente a persone non autosufficienti con patologie oncologiche o croniche. L’obiettivo è, secondo le Linee Guida, quello di mantenere a domicilio le persone non autosufficienti e favorire il recupero delle capacità residue di autonomia e di relazione attraverso la predisposizione di un piano individualizzato di assistenza, mentre l’Assistenza domiciliare programmata (ADP) intende assicurare assistenza ai pazienti non deambulanti o impossibilitati a raggiungere l’ambulatorio con mezzi comuni o con gravi difficoltà negli spostamenti. La Provincia di Brindisi ha il 23,3 per cento di anziani su 404 mila abitanti. Essa è chiamata a rispettare questi valori creando coesione sociale non solo nel suo “processo di ottimizzazione” di realizzare condizioni e opportunità di partecipazione attiva, ma anche a tutelare diritti in prima persona per rispondere a particolari esigenze e bisogni di persone escluse alla tutela dei beni comuni. Questi si basano sulla coesione e il capitale sociale, modelli di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale, assistenziale e socio-sanitario e previdenziale. Le sfide sono sulla capacità d’innovazione sociale e sanitaria in particolare nel nostro Meridione, che chiede di essere valorizzato nel rispetto della dignità come persona in quanto tale e onorare il diritto alla salute rimanendo in famiglia. Nel nuovo rapporto intergenerazionale i giovani e gli anziani, ormai resi invisibili, hanno bisogno di entità insostituibili in un welfare di prossimità e di cultura del lavoro che cambia, costruttivo e di crescita contro i pauperismi e le disuguaglianze diffuse nel nostro territorio. La speranza è in una politica redistributiva di contrasto alla povertà che possa far recuperare lo svantaggio della precarietà rimettendo al centro del dibattito il lavoro come valore politico a tutela e dignità del cittadino. Su tale tema sarebbe importante avere prospettive sui concetti di Equità e giustizia sociale per riorientare nuove politiche sociali sul territorio sulla gestione dei servizi sociali comunali, in rete con tutti gli altri soggetti (servizi per il lavoro, la casa, la tutela della salute) coinvolgibili nei progetti di attivazione di ambito. Nei Piani di Zona è importante la fiducia nel patto sociale solidale, partecipato, concertato e condiviso, tendente a definire i livelli essenziali che si vogliono garantire sul territorio.  L’identificazione è nello scoprire i bisogni, selezionare le priorità per sviluppare una funzione integrata che orienta l’informazione, la comunicazione e la tutela socio-sanitaria integrata per l’attuazione di un piano che sia di monitoraggio e di valutazione finale. Nell’attuazione di questi progetti occorre che il Governo e la Regione non scarichino tutte le loro colpe sui ritardi, ai sindaci o al direttore dell’Asl, se la gestione dei territori e delle Asl non è messa nelle condizioni di poter agire al meglio. Lo abbiamo riscontrato, in questi anni, nella sperimentazione del SIA, che ha acuito il fisiologico carico dei servizi e darci una visione di ciò che accade sul territorio, il ritardo dei PON Inclusione, la difficoltà dei flussi informativi con l’Inps e nelle competenze Stato-Regioni per creare una collaborazione solida e facciano la loro parte in questo senso come sarebbe dovuto avvenire nel REI  per  rafforzare le politiche abitative e l’inclusione lavorativa e colmare il vuoto della povertà assoluta. Si tratta quindi di creare ambiti territoriali omogenei, equi e produttivi per il sociale, la sanità ed il lavoro nel rispetto di poter integrare politiche complesse anche nei problemi di gestione degli Ambiti territoriali  su territori disomogenei, in contraddizione tra loro e che sono visibili nelle grandi disparità e disuguaglianze tra Nord e Sud del Paese, ma che chiedono trasversalità di politiche sociali innovative ed integrate. La ricetta è in una riforma previdenziale sostenibile e socialmente più equa per tutti i lavoratori. Quota 100, assieme all’Ape sociale, sono infatti misure utili che favoriscono l’accesso flessibile alla pensione. Quota 100 non è di certo uno strumento perfetto, ma in realtà ha concesso a 175 mila lavoratori, anche se i potenziali utilizzatori, sono stati 350 mila, di andare in pensione nel 2019. Le proiezioni socio demografiche e sanitario-assistenziali elaborati dall’Istat ci dicono che nel prossimo futuro, non tanto lontano, il sistema welfare sarà chiamato ad affrontare l’emergenza per le persone anziane con disabilità, mentre oggi l’assistenza di lungo corso (LTC) per la gran parte del carico assistenziale grava sulle famiglie in modo volontario e gratuito o attraverso il ricorso alla spesa assistenziale privata. A tale tema la Nuova Manovra di Bilancio 2020 ha affiancato un nuovo fondo di 59 milioni di euro per il nuovo anno, ma è tardiva nell’approvare una Legge per la non Autosufficienza. La visione dell’anziano non può essere una persona sola, abbandonata e depressa nell’idea di essere “vecchio, senior e persona a carico assistenziale della società” invece di essere espressione di solidarietà e di partecipazione attiva che si esprime nel volontariato, avere accesso ai servizi sanitari e di assistenza ed essere salvaguardia  di figli e nipoti, ma nelle esigenze che chiedono interventi per avere cambiamenti costruttivi e che sono diritti per non avere un ritorno al passato, ma una Svolta insieme al Presidente della Provincia, ai Sindaci dei Comuni e del Direttore dell’Asl per il miglioramento potenziale di cambiamento produttivo, attrattivo e competitivo anche rispetto agli altri territori.

 

 

STU MESSAPIA                                                   STU APPIA ANTICA                                     STU EGNAZIA

Cosimo Nicolazzo                                                  Tindaro Giunta                                 GianVito Campanella

 

 

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