Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un padre al sindaco di Brindisi
Buon giorno egregio signor Sindaco, sono un cittadino che sta facendo bene la sua parte già dal 6 marzo, giorno in cui mi sono chiuso in casa con mia figlia di 3 anni. Ho una compagna che fà l’infermiera c/o una struttura per anziani quindi può ben percepire quale sia il mio stato d’animo in questo periodo, con la paura costante che si ammali e porti il virus in casa. Non ho necessità di aiuto economico o altro, grazie a Dio, anzi sarei anche disposto a donare qualcosa per chi davvero è bisognoso. Quello che le chiedo è di rivedere o concedere qualche forma di minor restrizione a chi ha dei figli piccoli come me. Non è facile per nessuno, certo, però veder soffrire i propri figli che si chiedono perche non possono uscire o vederli dormire male la notte e constatare quotidianamente che il loro nervosismo aumenta è un ulteriore strazione che ti rende impotente ancora di più. Cosa le chiedo? Nulla di esorbitante: concedere a noi genitori una passeggiata al mare (e comunque in zone vaste e deserte), in orari subito immediatamente dopo quelli di pranzo, ancor meglio, sarebbe un toccasana per i nostri poveri figli e di sicuro non metterebbe a rischio nessuno. Siamo genitori coscienziosi (lei lo è prima di noi) quindi sa benissimo che non metteremmo mai a rischio la salute dei nostri figli e degli altri.
Non ci sono solo gli animali domestici o i runners ad avere necessità di prendere un pò d’aria quotidianamente. Lo fanno anche i carcerati che comunque hanno commesso qualcosa che i nostri figli non hanno commesso!
Siamo una comunità disciplinata noi gente del sud, lo stiamo dimostrando, e riusciremo ad uscircene alla grande ma abbiamo bisogno di vie di fuga che non intralcino questa grande missione.
Spero che questo mio messaggio le arrivi in qualche modo, ci proverò con ogni mezzo e spero anche di farle arrivare questo mio “grido di aiuto” che sicuramente è comune a migliaia di altri brindisini.
La ringrazio.
