VICENDA ABACO – ANTONUCCI (F.I.): IL SINDACO METTE A POSTO I CONTI TAGLIANDO POSTI DI LAVORO

Il Sindaco Rossi risolve i problemi di Bilancio tagliando posti di lavoro.
“E’ stato disarmante assistere al completo disinteresse del Sindaco Riccardo Rossi per la sorte dei ventidue lavoratori della società Abaco e delle loro famiglie. Come un caterpillar, è passato sulle vite degli addetti della società di riscossione, azzardando una scelta di cui non si conoscono ancora i millantati benefici per le casse comunali: è una vera e propria scommessa sulla pelle degli impiegati”.
E’ quanto dichiara la coordinatrice di Forza Italia, Livia Antonucci, a margine del consiglio comunale con cui è stata approvata la delibera che decreta l’internalizzazione dei servizi di riscossione .
“Il pericoloso documento approvato dalla sinistra oggi – dice ancora – rischia di causare un duplice danno alla città di Brindisi, in primo luogo, come abbiamo detto, di carattere occupazionale, ma anche di carattere gestionale rispetto alla lavorazione ‘in house’ delle pratiche dei tributi. Non esiste una pianificazione che dimostri concretamente e con i numeri il reale vantaggio che scaturisce da questa scellerata decisione. Il pericolo realistico è di ritrovarsi tra un anno con ventidue famiglie per strada e minori introiti per le casse comunali. Oltre al danno anche la beffa. Questa Giunta , che non ha il coraggio politico di tagliare altrove, sceglie di sopprimere servizi che in questi anni si sono dimostrati piu’ che virtuosi”.
“Come Forza Italia, inoltre – sostiene sempre Antonucci – non possiamo tener conto che la stragrande maggioranza dei lavoratori Abaco è composta da donne, diciassette mogli e madri che presto rimarranno senza lavoro. E ci fa specie assistere al voto favorevole di tutte quelle consigliere di maggioranza che fanno parte della commissione pari opportunità, tanto voluta e decantata dalla sinistra, che alla prova dei fatti dimostrano, non solo di non avere nessuna incisività rivelandosi asservite ai propri capi politici, ma anche di non sentirsi in dovere di esprimere il proprio dissenso, coerentemente con il ruolo che ricoprono, e nessuna empatia con le lavoratrici Abaco, presenti in aula nell’estremo tentativo di difesa del loro diritto al lavoro”.

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