ADOC: BANCA POPOLARE DI BARI E’ SALVA – PASSA LA TRASFORMAZIONE IN SPA

BANCA POPOLARE DI BARI E’ SALVA – PASSA LA TRASFORMAZIONE IN SPA

I risparmiatori tra sollievo e criticità

E’passata, con il voto favorevole del 96% dei soci, la trasformazione della Popolare di Bari in Spa, con il conseguente aumento di capitale da oltre 933 milioni. I soci scelgono responsabilmente di salvare la Banca e di dare il via libera all’operazione, indispensabile per azzerare le perdite da 1,143 miliardi di euro e ricostruire una base da 10 milioni di euro.

Si chiude così una imponente operazione di salvataggio pubblico-privato da 1,6 miliardi di euro della più grande Banca del Mezzogiorno, commissariata da Bankitalia, dopo anni di latitanza per la verità, lo scorso 13 dicembre.

Scampato quindi il rischio di liquidazione coatta amministrativa, cioè il fallimento, con conseguenze che avrebbero travolto piccoli e medi azionisti ma al contempo un tessuto economico-finanziario di un intero territorio, ora si guarda al prossimo obiettivo che se per i Commissari Straordinari è soprattutto la nomina dei nuovi componenti del cda e del collegio dei sindaci, per i risparmiatori è rappresentato sostanzialmente dalla possibilità di rientrare nelle perdite subite a seguito della sottoscrizione dei famigerati aumenti di capitale.

Ad oggi tuttavia se i commissari plaudono al risultato raggiunto e apprezzano il contributo dato dai soci prospettando un futuro in sicurezza, questa associazione, da anni impegnata al fianco dei risparmiatori, pur consapevole dell’importanza del passaggio compiuto cui ha dato il proprio contributo supportando le scelte dei risparmiatori, non può tuttavia non rilevare come allo stato non sia dato di comprendere ancora con chiarezza il progetto complessivo dell’Istituto e come a quelle 34.000 persone che hanno votato –e a tutte le altre che hanno compiuto legittimamente scelte differenti- non sia stata ancora data alcuna prospettiva concreta di recupero delle somme investite se non con riferimento alle obbligazioni subordinate, che ad ogni buon conto vanno in scadenza nel prossimo 2021, rappresentando quindi un obiettivo ancora di là da venire.

Molte domande al contempo restano sull’operazione su cui è necessario fare chiarezza se si vuole salvaguardare il progetto Banca che guardi davvero allo «sviluppo dell’economia dei territori del Mezzogiorno», restituendo al Territorio una grande Banca che opera con logiche e visioni differenti dal passato per lo sviluppo e non per la rapina.

E allora si chiede con forza di mettere sul tavolo una serie di informazioni alla portata dei soci: 1) quanto vale oggi la nuova Banca? 2) nel bilancio della nuova Banca che nasce oggi entrerà tutto quello della precedente fallimentare Banca (good e bad bank) oppure, popolari venete docet, la bad bank (crediti deteriorati) viene lasciata allo stato? 3) come è stato individuato il rimborso di € 2,38 euro per azione oggetto della possibile transazione? 4) quali sono davvero gli obiettivi della Banca rispetto al risarcimento dei soci?

In attesa di risposte, sul fronte risparmiatori si rileva d’altro canto la debolezza dell’unica proposta di ristoro in campo costituita dalla miserissima offerta “risarcitoria” indirizzata ai soli sottoscrittori di aumenti di capitale 2014-2015 e che prevede il ristoro delle azioni acquistate (all’epoca ad un prezzo di € 9,53 ovvero di € 8,95) all’ultimo prezzo di mercato prima della sospensione del titolo pari ad € 2,38, l’assegnazione di non meglio precisate azioni gratuite e di un warrant, anch’esso non immediatamente spendibile; proposta che in ogni caso lascerebbe comunque fuori tutti coloro che acquistarono azioni in periodi precedenti non legate agli aumenti di capitale in oggetto e tutti coloro non iscritti nei libri soci e che quindi, non avendo potuto esercitare il diritto di voto, sarebbero fuori dall’offerta transattiva. Proposta che, complessivamente considerata, pare ad oggi assolutamente inadeguata (inferiore persino al ristoro dato ai risparmiatori delle banche venete tramite il FIR, a fronte della liquidazione!).

Delle annunciate aperture di tavoli di conciliazione non vi è ad oggi ancora traccia

Ciò premesso, nell’auspicare che, chiusa con il voto di ieri un’epoca nefasta, se ne apra una di novità vera all’insegna della trasparenza si invitano gli azionisti a valutare con molta attenzione ogni proposta transattiva, ivi compresa quella già sul tavolo, dal momento che esse comportano la rinuncia ad ogni pretesa o azione connessa agli acquisti in tutte le sedi civili e penali.

Si invitano inoltre tutti coloro che non lo avessero già fatto a non trascurare la possibilità di costituirsi parte civile nel processo a carico di Jacobini, già rinviato a giudizio e la cui prossima udienza è fissata presso il Tribunale di Bari il prossimo 16 Luglio.

Per info: SOS ADOC 3490733840 o tramite mail brindisi@adocpuglia.it. – Sportello Bancario avv. Rossana Palladino 3488042615 mail avvrossanapalladino@gmail.com
Si rammenta inoltre che lo Sportello Bancario continua la propria attività da remoto attraverso le piattaforme Skype e Whereby

 

 

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