ANZIANO CON DIPENDENZA DA VIDEOPOKER: PADRE E FIGLIO GLI PRESTANO SOLDI E POI LO PICCHIANO, ARRESTATI

A Ostuni, la Polizia di Stato, ha eseguito nei giorni scorsi un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di pregiudicato del posto che dovrà scontare una pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione per diversi reati tra cui usura, droga e maltrattamenti in famiglia aggravati.

L’uomo, Renato Saponaro, di 62 anni, censito in SDI, dopo il rintraccio e le formalità di rito, è stato associato presso una abitazione differente da quella del nucleo familiare in regime di arresti domiciliari, concessi dall’A.G. per problemi di salute.

Il provvedimento eseguito è la conseguenza dell’attività investigativa svolta dal personale del Commissariato della Città Bianca che, con articolate e dettagliate attività d’indagine, ha riscontrato la responsabilità dell’arrestato per diversi reati che, divenute definitive le condanne, ne hanno determinato la pena indicata.

Di fatti lo stesso, in concorso col figlio, si è reso responsabile di usura, lesioni personali e altro ai danni di un anziano del posto cui, dipendente dai videopoker. I due Saponaro, infatti, gestivano un bar a Ostuni, e applicavano tassi usurari del 10 e del 15 per cento sul danaro prestato all’uomo. Alla prima ribellione della vittima sono passati alle vie di fatto percuotendolo fortemente.

La successiva denuncia alla Polizia di Stato ostunese ha fatto scattare mesi e mesi di indagini, tradizionali e tecniche che sono sfociate nell’arresto di padre e figlio, il primo in carcere, il secondo ai domiciliari.

In una seconda indagine è stato appurato che l’arrestato maltrattava abitualmente la convivente e i figli, ponendo in essere nei loro confronti una serie di atti lesivi dell’integrità psicofisica, dell’onore e del decoro, ingenerando, in tal  modo, un continuo stato di ansia e timore psicologico e costringendoli ad un regime di vita mortificante e insostenibile.

La paura di subire ulteriori violenze e patimenti d’animo impietriva le vittime, per tanto tempo incapaci di chiedere aiuto.

Ma, all’ennesimo episodio di sopruso e violenza avvenuto per futili motivi, la moglie ha trovato il coraggio di agire, denunciando tutto al Commissariato di Ostuni.

Immediatamente, personale dell’Ufficio Denunce del Commissariato ha eseguito riscontri e verifiche che, all’esito di un articolata attività d’indagine, hanno consentito di dimostrare punto per punto il racconto reso dalla vittima nonché di assicurarla in un luogo sicuro e protetto.

Le evidenze probatorie sono state comunicate all’Autorità giudiziaria che ha disposto l’immediata traduzione dell’individuo in carcere.

Oggi la Procura della Repubblica di Brindisi, in seguito alla natura definitiva delle condanne subite, ha disposto il suo rintraccio e la sua sottoposizione al regime degli arresti domiciliari, delegando all’esecuzione i poliziotti ostunesi artefici della irrogata pena di anni 5 e mesi 6 di reclusione.

Lo stesso, caratterizzato da certificati problemi di salute, veniva momentaneamente sottoposto agli arresti domiciliari con espressa delega alle forze di polizia sul controllo del rispetto delle prescrizioni imposte, pena la traduzione in galera.

La vicenda descritta consente, tra le altre cose, di porre l’accento sull’importanza dell’atto di denuncia in generale in quanto una decisione ritardata di rivolgersi alla Polizia di Stato può essere fatale e rappresentare un punto di non ritorno per le vittime di reati di ogni genere e natura.

La Polizia di Stato, pertanto, costantemente in prima linea nell’azione di prevenzione e di repressione degli illeciti, invita la collettività tutta a rivolgere alle Istituzioni competenti le dovute ed importanti segnalazioni, al fine di non dare un ulteriore possibilità di violenza ai propri aguzzini e onde bloccarli con fermezza e decisione.

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