CASTELLO ALFONSINO: L’EX ASSESSORE AL TURISMO TITI “SOPRINTENDENZA LATITANTE”

di Carmen Vesco

Grida alla latitanza della Soprintendenza, Teo Titi, presidente della sezione turismo di Confindustria Brindisi, che richiama per l’ennesima volta l’attenzione su beni di pertinenza dell’Ente, come il Castello Alfonsino, su cui si “sprecano” promesse e si gioca il braccio di ferro con le amministrazioni locali.

“Dapprima Maggio, poi ferragosto, ora la Soprintendente (si riferisce alla dottoressa Piccarreta, ndr) è in ferie. Brindisi può aspettare..
E le occasioni si perdono per sempre.
Passano gli anni e la storia non cambia. Sarebbe ora che la città reagisse con forza!
I beni sono della collettività e non possono rimanere solo “potenziali” attrattori turistici per colpa di questo ente!!!” commenta Titi.

Sono note, infatti, per chi ha buona memoria, le battaglie dell’ex assessore al Turismo dell’era Mennitti, Teo Titi, contro la Soprintendenza che nel 2010 disse “no” quando il progetto delle mini crociere nel porto, che visitava anche il Castello Alfonsino, venne prorogato per il successo ottenuto. Disse “no” perché voleva che il Comune sostenesse le spese della vigilanza per tenere aperto il bene durante le attività della società Eliconarte a cui era stato affidato il progetto, allora con il patrocinio economico di 2.500 euro per cominciare, non c’erano i soldi e le crociere saltarono il Castello di Forte a Mare, quello del porto interno che ospita la Marina Militare neanche a parlarne.

Si sollevò ancora la polemica dell’assessorato al Turismo anche nel 2013 quando la Soprintendenza chiuse il Castello Alfonsino per i continui furti: “La sovrintendenza dovrebbe mettere mano al portafogli come ha fatto e fa a Lecce, Bari e Castel del Monte. Invece, a Brindisi chiude” tuonò Titi.

Battaglie ancora e ancora per l’apertura degli Scavi di San Pietro degli Schiavoni, dove si erge il Teatro Verdi di Brindisi.

Stamani si leva di nuovo un coro di polemiche. Nuovamente su facebook, cassa di risonanza delle problematiche del Paese, dalle cui pagine Titi chiede alla città uno scatto d’orgoglio: “Associazioni, cittadini, giornalisti. Ognuno il proprio. Ma facciamo qualcosa! Solo per quanto mi riguarda sono 10 anni che combatto questa apatia della Soprintendenza”.

Tornando alla storia: ad aprile si tenne la presentazione dei lavori per la riqualificazione del Castello di Forte a Mare. Una lunghissima passerella di autorità per annunciare i lavori su un terzo della struttura per 5 milioni di euro, perché tanta è la disponibilità economica destinabile alla ristrutturazione e valorizzazione del bene. Termine lavori previsto per il 2020.

Ma la cosa più entusiasmante per le associazioni presenti e per la città tutta è che furono annunciate le imminenti visite guidate. Sarebbero dovute partire a maggio ma la novità è che ad agosto non si sono concesse neanche le chiavi per aprire i cancelli e far visitare il Castello a dei potenziali investitori inglesi.

Ha sollevato la questione Teo Titi, a oggi presidente della sezione turismo della Confindustria Brindisi e ha intercesso con la soprintendenza il nuovo assessore al Turismo Oreste Pinto, ma niente, Forte a Mare è rimasto chiuso.

Altroché restauro, valorizzazione e visite guidate.

 

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