CRISI BRINDISI, DOPO IL PATTO ALTRE PROPOSTE DEL PRI: “APPEA, E NON FINANZIAMENTI A PIOGGIA”

In vista della riunione di domani con le rappresentanze datoriali e sindacali convocata dal Prefetto di Brindisi di seguito un intervento del Segretario Cittadino del PRI, Vito Birgitta sul Patto per lo sviluppo di Brindisi.

Patto per Brindisi: dalle lamentele alle proposte

La notizia dell’avvio di un tavolo di confronto presso la Prefettura di Brindisi tra il rappresentante locale del governo Sua Eccellenza il Prefetto Umberto Guidato e le rappresentanze datoriali e sindacali ci fa ben sperare.

Così come la dichiarazione dell’Assessore Regionale BORRACINO che ha manifestato la volontà della Regione di aderire al tavolo quando sarà aperto anche alle rappresentanze istituzionali.

Siamo stati tra i primi a evidenziare la necessità della sottoscrizione di un Patto per lo sviluppo di Brindisi, capace di dare risposte organiche alla crisi economica e sociale che investe la nostra città e che rischia di aggravarsi con la preannunciata dismissione di attività industriali che hanno rappresentato, pur con tutte le problematiche legate alla tutela dell’ambiente e della salute, una opportunità di lavoro per le nostre imprese e le maestranze brindisine.

Abbiamo ricordato che giù in passato Brindisi è stata capace di esprimere esperienze pattizie che hanno prodotto nuovi investimenti e crescita della occupazione.

Ci eravamo permessi di suggerire, quale strumento da adottare, il programma d’area integrato previsto dalla Legge Regionale n. 63 del 2017.

Le Associazione Datoriali e le Organizzazioni Sindacali hanno invece fatto riferimento al Contratto Istituzionale di Sviluppo, già in via di definizione nelle provincie pugliesi di Taranto e Foggia.

E’ evidente che non è proprio il caso di differenziarsi quanto allo strumento da utilizzare per giungere alla sottoscrizione del Patto.

Quelli che sono assolutamente da focalizzare sono gli obiettivi che si intendono raggiungere e i settori in cui intervenire.

Noi ne abbiamo indicato alcuni, in linea con il nuovo modello di sviluppo che si intende perseguire, non più legato alle commesse delle grandi industrie il cui ridimensionamento nel nostro territorio ha mandato in tilt i settori tradizionali della metalmeccanica, dell’edilizia e delle tradizionali attività manutentive dei grandi impianti industriali.

Abbiamo fatto riferimento, nei nostri interventi, alle fonti rinnovabili, alla chimica verde, alle attività collegate con il porto ed ai programmi di rigenerazione urbana.

Siamo dell’idea che Brindisi debba rimanere una realtà industriale, magari con la nascita dell’APPEA (Area Produttiva Paesagisticamente ed Ecologicamente Attrezzata) come previsto dalla Regione Puglia nel Piano Paesistico Territoriale Regionale, anche se riteniamo opportuno sostenere settori come l’agricoltura ed il turismo.

Lo stesso potenziamento delle infrastrutture deve essere pensato nella logica del loro effettivo utilizzo.

Non finanziamenti a pioggia, quindi, ma un programma coerente di sviluppo che veda protagonisti tanto gli Enti territoriali quanto le imprese private.

Per questo riteniamo che si debba passare rapidamente dalle generiche lamentazioni alle proposte concrete, avviando nel contempo una azione di marketing localizzativo e attrazione di investimenti di cui si avverte l’assenza.

Altrimenti anche grosse opportunità, quali quelle connesse con l’inserimento di Brindisi nella Zona Economica Speciale Adriatica, rischiano di non produrre alcun effetto.

Per questo ci faremo promotori nei prossimi giorni di appositi incontri di approfondimento con le Associazioni datoriali e con le Organizzazioni Sindacali così come non trascuriamo l’ipotesi di proporre una apposita mozione da sottoporre alla attenzione del Consiglio Comunale.

Il Segretario Cittadino
(Vito BIRGITTA)

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