DANNEGGIATO DAL MALTEMPO E DALL’USURA IL MONUMENTO DEDICATO AD ALDO MORO

Danneggiato il Monumento dedicato ad Aldo Moro. Ecco cosa scrive sulla sua pagina facebook Guido Giampietro:

A Brindisi, città che non finisce mai di stupire, c’è, nel bel mezzo della rotatoria di via Provinciale S. Vito, a due passi dal mare che va ad acquietarsi nello specchio di Ponente, un ardito monumento che svetta verso il cielo e che però, malgrado sia tutto di acciaio, si sta sfogliando…
Come le foglie di questo autunno che per il vento cadono al suolo insieme ai grossi tronchi, come i fiori che la bella pescarese Rosalba di “Pane e tulipani” sistema ogni sera nel vaso con il pensiero rivolto a Fernando, come i petali delle margherite interrogate dagli amanti.
Ma andiamo con ordine. Sto parlando del monumento alla memoria di Aldo Moro e dei cinque membri della scorta trucidati dalle Brigate Rosse nell’agguato del 16 marzo 1978. Si tratta del primo monumento eretto in Italia in ricordo dello statista pugliese. Una delle ultime opere di Marcello Avenali, artista tra i più singolari della seconda metà del Novecento soprattutto per la sua intensa attività di sperimentatore di materiali.
Brindisi era città che Avenali conosceva bene per avervi esposto una sua personale nel 1979. Per questo motivo egli scelse personalmente il luogo dove sistemare il monumento e devo dire che, a differenza del concittadino Edgardo Simone – lo scultore del Monumento ai Caduti brindisini – non dovette tribolare con l’amministrazione comunale per il posizionamento dell’opera. Ma questa è un’altra storia…
Il monumento fu inaugurato il primo giugno del 1980 dal Ministro di Grazia e Giustizia Tommaso Morlino, presenti la sorella del fasanese Zizzi, uno degli agenti uccisi nell’agguato di via Fani, e il sindaco di Maglie, paese natale dello statista.
Si tratta di una struttura alta circa 12 metri e testata (guarda un po’…) per le prove di resistenza nella galleria del vento della Fiat. Si compone di due lastre modulari di acciaio che si slanciano verso l’alto in un movimento sinuoso, attirando e riflettendo la luce del nostro Sud. Poi le due parti divergono nel punto in cui spicca il volo il gruppo di uccelli rappresentanti gli ideali che, nonostante violenze e morti, continuano a librarsi. Una sottile linea rossa, simbolo del sangue versato dalle vittime dell’eccidio, fa da base al volo degli uccelli, spingendoli a proseguire il loro viaggio. Avenali ha voluto così trasmettere “l’idea che la vita negata dalla violenza alimenti la vitalità del pensiero libero”.
E allora cosa è successo a quest’opera d’arte sotto la quale transitano centinaia e centinaia di auto al giorno? È successo che un pannello posto a protezione di una delle due lastre, sicuramente complici i forti venti di maestrale e scirocco, è volato via siccome petalo di fiore.
Se io fossi stato un artista, conoscendo il mio carattere, avrei preteso dai committenti una clausola che stabilisse, nel tempo, l’obbligo della manutenzione delle mie opere. E invece nessun artista si è mai preoccupato del poi. Forse confidando sul fatto che nessuna Amministrazione pubblica o nessun privato lascerebbero andare in malora un monumento che, a prescindere dal valore venale, ne ha uno più alto, senza prezzo. Non a caso Ugo Ojetti diceva che “i monumenti sono la storia in piedi”.
È il nostro non-vedere che, per l’appunto, offende la Storia!
È mai possibile che un’amministrazione comunale non si fornisca di strumenti di controllo che possano evitare queste “disattenzioni”? Senza contare che, con un po’ di fortuna, il recupero del pannello avrebbe potuto assicurarlo la Santa Teresa SpA (la società a totale capitale pubblico della Provincia, distante solo qualche decina di metri dal monumento) deputata – ironia della sorte – proprio alla manutenzione stradale e del verde pubblico.
Brindisi ha pochi monumenti, anche se “nazionali” e inaugurati da Re e membri di Governo. Ma il loro stato di conservazione ha sempre lasciato molto a desiderare perché posto in secondo piano rispetto alle priorità su cui si accapigliano maggioranza e minoranza. Così è successo che il bianco monumento a Virgilio di Floriano Bodini, per lunghissimo tempo, sia diventato nero come la Vergine di Częstochowa. E che il Monumento ai Caduti del “nostro” Simone sia stato salvato dai danni del tempo e dall’incuria degli uomini grazie all’opera di un benefico sponsor del Nord… E meno male che al restauro delle nostre bellissime chiese ci pensa la Curia diocesana!
Brindisi è una città visitata giornalmente da centinaia di turisti: perché esporci (tra beni architettonici e museali non accessibili e monumenti malandati) alle loro critiche? E se il Comune è troppo invischiato in questioni che giudica più importanti perché non fa in modo che siano i ragazzi delle scuole a “prendere in consegna” i (pochi) monumenti segnalando le cose che non vanno? Si tratterebbe di una applicazione del programma di Alternanza Scuola – Lavoro utile ad orientare le aspirazioni dei giovani e ad aprire la didattica al mondo esterno.
Ma, soprattutto, questa “ingerenza” nella quotidianità cittadina sarebbe oltremodo positiva perché sono i ragazzi gli eredi di questa ricchezza artistica, di queste memorie del tempo, della storia di questa città.

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