D’APRILE (CLIC): SPETTA AL COMUNE DARE VOCE E SOSTANZA AL DIRITTO/DOVERE ALLA SALUTE

Da un quotidiano locale di qualche giorno addietro: “E’ fondamentale ascoltare parole sagge che ci sottraggono dalla paura e ci incoraggiano ad abbracciare doppiamente la vita”. In un tempo impazzito come quello immanente, anche per colpa di parole dette superficialmente o frettolosamente, forse il vaccino migliore per debellare il virus della paura sono proprio le parole. Altre parole. Parole che vadano in direzione contraria rispetto a quelle che si ascoltano e si leggono in questi giorni riguardo l’emergenza corona virus. Parole che seminino granelli di speranza, pronti a germogliare per diventare azioni di buon senso e di buona vita. Ed allora chissà che, anche da una situazione difficile come questa che si è costretti a vivere, impensabile solo fino a qualche settimana addietro, non si possa trarre qualcosa di buono. Ma perché ciò accada, queste parole devono essere messe a disposizioni di tutti prive di speculazioni e falsi intendimenti.

Con altrettanta saggezza e soprattutto con lungimiranza dovrebbero essere scritte e pronunciate parole che aiutino ad abbracciare doppiamente la vita anche nella fase di trattazione e risoluzione di tematiche più propriamente sociali riferite in particolare a quelle aree “immunodepresse”, come, per esempio, la nostra Brindisi.

Purtroppo però le parole, o concetti che dir si voglia, che raggiungono quotidianamente i nostri apparati cognitivi, attraverso roboanti annunci resi noti da fonti mass-mediatici locali, appaiono più che altro delle vere e proprie asserzioni senza una reale sostanza, ben lontane, quindi, da quei verbi da coniugare in indirizzi interventistici che infondono speranza, fiducia in quanto fondati su basi concreti, ancorché caratterizzati da una ragionevole immediatezza di esecuzione.

 

Questo drammatico tempo sospeso che stiamo vivendo, si connota con il provvedimento di distanziamento sociale che ha determinato il blocco di ogni genere di consueta attività di relazione e di scambio di esperienze. Il Comitato Liberi Cittadini (CLIC) del rione Bozzano di Brindisi, che mi onoro rappresentare, aveva appena celebrato un incontro pubblico sul tema grave e complesso dell’emarginazione giovanile, nel mentre si andava diffondendo, senza argini, il contagio da COVID19, un corona virus che stava già mietendo vittime e bloccando una intera provincia cinese, popolata da 60 milioni di persone.

Nel breve volgere di poche settimane, prima le regioni settentrionali d’Italia, poi l’intero paese è stato fermato, relegando noi cittadini nelle mura domestiche delle abitazioni. Tale restringimento, per quanto sofferto, è stato, ed è tuttora ancora ritenuto, lo strumento più idoneo per contenere al massimo la diffusione del contagio.

Nelle condizioni date, si è sostenuto, con massimo rispetto ed obbedienza, le norme restrittive, ed il nostro Comitato, nei limiti del possibile, ha sovvenuto al bisogno di chi sta peggio con un piccolo gesto, sicuramente insufficiente, ma bastevole a dare un segnale di grande sensibilità nei confronti della comunità.

La piccola voce espressa dal Comitato, che ha guardato sempre alla proposta ed alla disponibilità, incontra e registra un limite: la comprensione di come e quanto si muova l’amministrazione cittadina nel capire e guidare questo tempo.

Era notissima la difficoltà della sanità pubblica locale di soddisfare la domanda di salute, eppure si è proceduto a tamponare anziché rimodulare il senso della gestione degli ospedali e dei poliambulatori.

Che il principale ospedale vivesse una sofferenza cronica l’aveva riconosciuto persino il Direttore Generale dell’ASL. In questi giorni drammatici, abbiamo assistito al disequilibrio che ha comportato la chiusura di alcuni importanti reparti causata dall’allarmante diffusione del contagio, abbiamo patito l’impossibilità per settimane di gestire in loco l’analisi dei tamponi, abbiamo aspettato la risoluzione della precarizzazione dell’habitat con la realizzazione di un prefabbricato destinato al COVID 19, la cui ultimazione rimane ancora inconoscibile.

L’esplosione, poi, di un focolaio di contagio nella limitrofa RSA “Il Focolare”, l’accertamento della trasmissione del virus nei sanitari e nei ricoverati del centro riabilitativo “San Raffaele” di Ceglie M.ca, l’allarmante carenza dei dispositivi di protezione individuali, facilita la comprensione della non perfetta macchina che gestisce la sanità.

Pur nella consapevolezza che in tema di sanità è l’istituzione Regione a sovrintenderne la gestione, in città spetta alla civica amministrazione dare voce e sostanza al diritto/dovere alla salute, ma il silenzio in atti la rende silente accondiscendente di un processo di degrado contro cui in passato si è basata una dura, legittima opposizione, peraltro largamente condivisa a tal punto da ingenerare una vasta eco elettorale.

L’aver creato un “brand”, scopiazzato un manifestino ed appuntato dei numeri telefonici cui rivolgersi per ricevere, se e quando qualcuno rispondeva, una informazione generica, non fa dell’amministrazione civica quel cuore pulsante, quel polmone che fa respirare la città.

Brindisi solidale è anche un piccolo comitato di quartiere che, dietro nessuna sigla, sovvenendo in silenzio, ha evitato di pubblicizzare il contributo non dovendolo porre sotto il cappello protettivo di nessuno.

In quanto liberi, si chiede in libertà conto delle azioni evitate, dei silenzi rumorosi che in circostanze come questa in cui si è costretti a vivere, oltre al tessuto sociale, lacerano la fiducia tra chi amministra e chi è amministrato.

Nel suo ultimo discorso in pubblico, circa trent’anni fa, Benigno Zaccagnini, all’epoca segretario della Democrazia Cristiana, parlò dell’esigenza, ancorché del dovere, di offrire ai giovani un orizzonte di ideali, una prospettiva di valori per evitare, così disse, l’inaridimento, in quanto la politica non può essere disumana, ma deve al contrario mirare alla ricerca del bene comune, al di là dei confini di ideologie, opinioni e fedi.  Altissima lezione d’integrità e moralità dell’onesto “Zac”, vecchio dirigente del cattolicesimo democratico, che appaiono come richiami premonitori, quasi un atto di resistenza, di fronte al passaggio d’epoca che vede oggi il trionfo di un’antipolitica proiettata solo ed esclusivamente verso la conquista dell’egemonia e del potere.

 

Francesco D’aprile, Presidente Comitato Liberi Cittadini (CLIC) rione Bozzano Brindisi

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