FANNO PAURA LE AGGRESSIONI, MA SOPRATTUTTO LE FAKE NEWS ED I FALSI ALLARMI

La città di Brindisi sotto attacco. E’ partito tutto da un folle (questa volta era di colore e di nazionalità straniera) che ha distrutto i vetri di una decina di autovetture nei pressi della caserma dei carabinieri. Lo hanno catturato poco dopo, ma non è ancora dato sapere perchè ha agito in questo modo. Poco dopo, in una piazzetta situata nei pressi dell’ex merrcato di via Santa Maria Ausiliatrice, una ragazzina quindicenne ha dato l’allarme, affermando di essere stata aggredita da tre extracomunitari incappucciati  e di essere riuscita a darsi alla fuga. Su questo secondo episodio indaga la polizia, ma al momento non si sa nulla di più. Sin qui la cronaca. Poi whatsapp è stato preso di mira da decine di presunte testimonianze di aggressioni avvenurte in città. Le più gettonate sono quelle che si riferiscono ad una anziana donna residente in periferia. Extracomunitari avrebbero sfondato la porta di casa e avrebbero tentato di picchiarla. altre testimonianze, invece, si riferiscono ad una mamma a cui immigrati di colore avrebbero tentato di sottrarre la sua bambina di tre anni. Di entrambi questi episodi manca qualsiasi tipo di conferma ed è assai probabile (anzi, diciamo che è certo) che si sia trattato di fake news, messe in giro ad arte per scatenare odio diffuso. E’ accaduto oggi a Brindisi, ma accade regolarmente in ogni città d’Italia. Ormai l’aria che tira è questa. Però stiano attenti i giocolieri dei social network. Diffondere notizie false su situazioni di pericolo si configura nel reato di procurato allarme (articolo 658 del codice penale), con una pena fino a sei mesi.

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no_fumo_torchiarolo

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