LA MORTE DEL CARABINIERE SERGIO RAGNO – ANCORA TROPPE VERITA’ NASCOSTE

17 giugno 2004: il carabiniere 24enne brindisino Sergio Ragno sta partecipando ad una operazione di servizio decisa dai suoi superiori del comando provinciale di Firenze. Una operazione “insolita”, in borghese e con i propri mezzi. Partono in sei dalla caserma per arrestare uno spacciatore, ma viene tutto rinviato e quindi decidono di tornare indietro. Sergio è alla guida della sua moto quando viene travolto da un’auto e perde la vita. I suoi colleghi assistono alla terribile scena. Avvisano i superiori e da quel momento sull’intera vicenda cala una nebbia fitta. I colleghi nelle testimonianze diventano inspiegabilmente semplicemente degli amici. E nessuno fa notare che è quantomeno strano che sei carabinieri si trovino insieme fuori dal servizio.

Si tenta, insomma, di far passare quanto accaduto per un semplice incidente accaduto fuori dal turno di servizio. Passano gli anni, si svolgono varie vicende giudiziarie e ai familiari di Sergio vengono concessi i benefici derivanti dal riconoscimento di una causa di servizio. Ma la mamma del ragazzo brindisino. Vittoria Olimpio, non si dà per vinta e fa di tutto perché Sergio venga considerato “vittima del dovere”.

La speranza, forse l’ultima, arriva dalla sezione lavoro del Tribunale di Brindisi (giudice Gabriella Puzzovio) dove è in corso una causa proprio per giungere al risultato sperato. La famiglia di Sergio è difesa dall’avvocato Giulio Murano. Dovrebbe concludersi tutto entro luglio del 2019, ma nelle udienze già svolte è già emersa una verità sorprendente. Per la prima volta uno dei suoi cinque colleghi testimoni oculari dell’incidente ammette che erano impegnati in una operazione di servizio.

A gennaio, in aula, sarà la volta del comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri che all’epoca era proprio comandante provinciale di Firenze. E se ne vedranno delle belle.

https://www.facebook.com/BrindisiTime/videos/1001330300073550/

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