LA PEDAGOGISTA RIZZO LANCIA L’ALLARME GRUPPI WHATSAPP TRA RAGAZZI E ADOLESCENTI

I social hanno, ormai, “invaso” la nostra vita e non possiamo farne a meno. I ragazzi di oggi sono la vera “generazione social” e, già da piccolissimi, sanno usare tablet, cellulari e tanto altro. Nessuno vorrebbe tornare indietro, non è pensabile. Ormai, tutto avviene online, in “real time”, e sono pochissimi i documenti cartacei. Ma, come in tutte le cose, è necessario vigilare affinché i social vengano usati con oculatezza e, soprattutto per quanto riguarda gli adolescenti, i genitori, le famiglie, la scuola, tutti devono impegnarsi per fare in modo che non si diventi “social dipendenti” al 100%. Soprattutto per quanto riguarda whatsapp, il fenomeno dei gruppi dovrebbe allarmare chi di competenza. Riceviamo e pubblichiamo un interessante articolo della dott.ssa Teodora Tiziana Rizzo, pedagogista, mediatrice familiare, Presidente Nazionale INAMEF, assessore all’istruzione del comune di Latiano.

Anna Consales

“Allarme gruppi whatsapp tra ragazzi e adolescenti.!!!
In qualita’ di pedagogista ,di presidente Nazionale Inamef, mi preme lanciare  un allarme sociale  di grave disagio psicologico  che sfocia in forme gravi di manipolazione e bullismo che purtroppo si sta sempre più diffondendo e radicando  tra i bambini che vanno dagli otto anni in su. La comunicazione distorta e offensiva nei gruppi wp. Ora mi preme sottolineare che non possiamo vietare il cellulare ai bambini, ormai è entrato a far parte della nostra cultura, solo che ne viene fatto uso improprio in quanto non viene messa in atto una campagna di sensibilizzazione e di educazione al buon uso. La mia proposta che rivolgo ai genitori di figli minorenni è quella di non dare il consenso, di vietare l’installazione di wp, almeno finché i propri figli non abbiamo compiuto i 15 anni di età. Questa proposta nasce dal triste fenomeno di cattiva comunicazione che si viene a creare all’interno di questi gruppi  wp dove spesse volte ci sono accuse, parolacce, si denigrano i propri compagni, si crea il branco virtuale a danno esclusivo della crescita psico fisica del minore. I ragazzi hanno bisogno di guardarsi negli occhi per comunicare, hanno bisogno del confronto e dello scontro dialettico per poter crescere, che evidentemente questi nuovi strumenti non consentono. Comunicare senza guardarsi negli occhi, senza vedere il viso, diseduca alla condivisione di emozioni e sentimenti, facendo percepire la sensazione che dietro a una tastiera si possa dire qualunque cosa. Aiutiamo questi ragazzi a un dialogo sano e responsabile dove il confronto diretto diventa l’arma vincente delle buone relazioni. Nei prossimi giorni mi rivolgero’ al Garante Nazionale dell’Infanzia. Teodora Tiziana Rizzo”.

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