L’ITALIA RIPARTE…DOVE ERAVAMO RIMASTI?

L’ITALIA RIPARTE…DOVE ERAVAMO RIMASTI?
Enzo Tortora, finalmente scagionato dalle accuse infamanti, tornò in televisione e disse:”dove eravamo rimasti?”. In questi giorni sicuramente tutti noi ci stiamo facendo la stessa domanda. Era febbraio e la vita scorreva normale e frenetica come sempre. La routine ci coinvolgeva pienamente e non avevamo neanche un attimo per fermarci a riflettere. Incominciavano le notizie riguardanti un pericoloso virus, ma era in Cina e, quindi, tanto lontano e non ci riguardava. Pensavamo, forse, di essere invincibili e al riparo. Abbiamo continuato le nostre vite perché quella che credevamo una comune “influenza” non riusciva a spaventarci. Poi, verso la fine di febbraio, la situazione comincia a diventare seria e all’inizio di marzo si arriva al lockdown. Cala un assurdo silenzio sulle città di tutto il mondo. Immagini spettrali che sicuramente non potremo mai dimenticare. All’inizio si pensava ad un blocco di tutto per qualche settimana, ma, poi, è stato chiaro che la situazione era più grave di quanto tutti potessimo immaginare. Un virus terribile, sconosciuto, contro il quale l’unica arma era restare a casa, per evitare il contagio. Improvvisamente, tutti chiusi in casa, una convivenza forzata, forse, ma necessaria.
Dopo i primi giorni di incredulità e paura, è stato chiaro che si dovevano cambiare tutte le abitudini. È stata dura perdere la libertà e uscire solo per le necessità, muniti di autocertificazione. Ogni giorno vissuto in attesa del bollettino epidemiologico. È iniziata la corsa alle mascherine, spesso introvabili. Non ci si è persi d’animo ed ecco usare della comune carta forno per inventarsele. Gli italiani, come sempre, si organizzano, non perdono l’entusiasmo e vanno avanti. Sono stati organizzati flash mob dai balconi condominiali, la voglia di reagire è stata tanta. Certamente una immagine che mai dimenticheremo è quella dei convogli militari con le tante bare delle persone decedute sole, senza neanche il conforto dei propri cari. La paura è stata tanta e quando, il 4 maggio, è iniziata la fase due, abbiamo quasi avuto timore di riaffacciarci alla vita. Ci siamo concessi delle piccole passeggiate, delle boccate d’aria. Ma un vero ritorno alla quasi normalità, c’è stato a partire dal 18 maggio. La possibilità di prendere un caffè al bar, mangiare una pizza, rivedere gli amici, anche se alla dovuta distanza, piccole grandi cose che, forse, prima, non consideravamo così importanti. Ed è proprio questo che, probabilmente, abbiamo imparato da tutta questa terribile situazione, a non dare nulla per scontato. Si avvicina l’estate, la voglia di vacanze, di mare e tanto altro, ma, bisogna sempre continuare ad essere prudenti. Il contagio è in continua diminuzione, ma il virus non è sconfitto.
Dove eravamo rimasti? Alla voglia di vivere, di reagire e, soprattutto, alla voglia di tornare ad essere liberi. Anna Consales

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