MORTE SUL VESPUCCI, PROCESSO AI VERTICI DELLA MARINA. LA MAMMA DI ALESSANDRO: “UDIENZA IMPORTANTE, RISPONDERANNO ALLA LEGGE”

“Quella di ieri è stata, per me e per la mia famiglia, un’importante udienza del processo sulla morte di Alessandro, un processo che, sono certa, riuscirà a fare ampia chiarezza sulle circostanze nelle quali è morto mio figlio” la mamma di Alessandro Nasta, il nocchiere morto cadendo dall’albero maestro della Nave scuola Vespucci, non si è mai data pace. “Chi ha deciso di non applicare quanto previsto dalla Legge, nonché quanto stabilito dagli stessi regolamenti militari, non solo si deve vergognare ma si deve assumere prima di tutto le proprie responsabilità rispondendo delle proprie omissioni davanti alla Legge” ha aggiunto. Marisa Toraldo e la sua famiglia, come il Partito per i diritti dei militari e delle forze dell’ordine, si sono costituiti parte civile nell’inchiesta aperta nel 2015 dalla Procura di Civitavecchia, che vede sul banco degli imputati i vertici della Marina militare, il capo di stato maggiore l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi e i suoi predecessori gli ammiragli Luigi Binelli Mantelli e Bruno Branciforte, nonché l’ex comandante della Nave Vespucci, Domenico La Faia e il suo vice, Marco Grassi.

Il 24 maggio del 2012 il nocchiere 29enne è morto a seguito di una caduta durante il servizio mentre effettuava una tradizionale manovra di apertura manuale vele dell’albero maestro che si compie sulla Nave scuola: un malore, il volo da 15 metri e l’impatto che ne ha causato la morte per “shock traumatico da imponente emorragia cerebrale per gravissimo trauma cranio facciale con fratture cranio facciali multiple”.

Secondo la Marina Militare, “una tragica fatalità”. Negligenza nell’applicazione delle misure di sicurezza, ravvisa la Procura.  E’ per questo che, dopo due inchieste militari, prima quella interna all’Amerigo Vespucci, poi quella del Tribunale Militare, archiviate, il Tribunale di Civitavecchia ha riaperto il caso e vuole vederci chiaro.

“Ho sempre saputo che Alessandro non è morto per una fatalità, ad ucciderlo è stata l’assoluta mancanza di sicurezza, a partire dalla mancanza di idonei dispositivi anticaduta” ha commentato la mamma di Alessandro dopo la terza udienza del processo di Civitavecchia, tenutosi ieri, durante la quale è stato ascoltato come teste il medico legale che ha effettuato l’autopsia sul corpo del figlio e che non ha escluso che il trauma cranio facciale avrebbe avuto esito diverso se il nocchiere avesse indossato un casco. Nell’udienza sono state anche rigettate le richieste dell’avvocatura di Stato, la difesa dei militari imputati ( http://www.brindisitime.it/nocchiere-morto-sul-vespucci-il-medico-legale-in-aula-con-casco-non-escludo-sarebbe-vivo/ )

“Ho più volte espresso il mio apprezzamento per il meticoloso lavoro svolto dalla Procura di Civitavecchia e, ora più che mai, confido nella Magistratura. Da madre non sono più disposta a sentir parlare di assurde tradizioni!” ha concluso.

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