NOCCHIERE MORTO SUL VESPUCCI. IL MEDICO LEGALE IN AULA: “CON CASCO NON ESCLUDO SAREBBE VIVO”

Alessandro Nasta, il nocchiere brindisino in servizio sulla Nave scuola Vespucci, che morì il 24 maggio 2012 a causa della caduta dall’albero maestro, forse avrebbe avuto una speranza se avesse indossato un elmetto protettivo. Ha seduto, quest’oggi, sul banco dei testimoni, per la terza udienza del processo civile aperto dalla procura di Civitavecchia, il medico legale che ha effettuato l’esame autoptico sul corpo del militare precipitato da più di 15 metri mentre effettuava la manovra di apertura tradizionale a mano delle vele. Guido Maria Demari, consulente tecnico incaricato il 28 maggio 2012 dal sostituto procuratore, Paolo Calabria, allora concluse che la morte di Nasta avvenne per “shock traumatico da imponente emorragia cerebrale per gravissimo trauma cranio facciale con fratture cranio facciali multiple”. Oggi interrogato sulla possibilità che il nocchiere si potesse salvare se avesse indossato un caschetto protettivo ha risposto “non posso escluderlo”.

Due inchieste militari hanno archiviato il caso, la Procura militare e l’inchiesta interna della Nave. Secondo la giustizia civile potrebbe esserci stata negligenza da parte della Marina. Ed ecco che a dicembre del 2015 il Gup del tribunale ordinario di Civitavecchia ha riaperto il caso disponendo il rinvio a giudizio di vertici della Marina militare. La prima udienza si è tenuta il 16 marzo 2016.

Quella di oggi, però, è la prima e più significativa testimonianza di questo processo davanti alla giustizia civile che vede sul banco degli imputati il Capo di stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi e i suoi predecessori gli ammiragli Luigi Binelli Mantelli e Bruno Branciforte, l’ex comandante della Nave Vespucci e il suo vice, Domenico La Faia e Marco Grassi.

Oggi a differenza delle altre udienze La Faia, De Giorgi, Grassi e Branciforte erano in aula ma il giudice ha rigettato tutte le loro eccezioni. L’avvocatura di Stato aveva, infatti, sollevato eccezione per “indeterminatezza dei capi d’imputazione” e “indeterminatezza lista teste e argomenti” e l’assoluzione di Branciforte perché non imputabile dato che il suo servizio era cessato il 1°Marzo 2012, cioè solo pochi giorni dopo che venne diramata una circolare con nuove norme di sicurezza. “Un’udienza tecnica quella di oggi ma per noi molto significativa. La difesa ha incassato solo rigetti e il teste è stato determinante per noi” ha commentato Luca Marco Comellini segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia, costituitosi parte civile insieme alla famiglia del militare, difesa dall’avvocato Giorgio Carta del foro di Cagliari.

Le prossime udienze il 20 febbraio, il 3 aprile e il 3 luglio 2017.

Carmen Vesco

 

 

 

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