PALAEVENTI: PROPRIO ADESSO OCCORRE CORAGGIO PER ANDARE AVANTI…

La vicenda legata alla realizzazione del Palaeventi di Brindisi si trascina ormai da tanti anni ed ha visto impegnate, a vario titolo, le amministrazioni a guida Mennitti, Consales, Carluccio e adesso Rossi. Il progetto iniziale prevedeva, come ricorderanno i tifosi, un esborso di soldi provenienti dalle casse comunali di gran lunga superiori asi dieci milioni di euro. Soldi accantonati, ma mai giunti sul tavolo della giunta-Consales, visto che la gestione commissariale (seguita alle dimissioni di Mennitti) utilizzò gran parte di quella somma per altri scopi. Consales, pertanto, provò a realizzare un’opera meno faraonica, investendo non più di 4-5 milioni di euro e chiedendo anche il coinvolgimento dello sponsor della squadra di basket (Enel) per contribuire a realizzare il tetto del nuovo palasport. In ogni situazione, però, c’è sempre stato un “fuoco amico” che ha ritardato i percorsi autorizzativi ed anche i passaggi consiliari. Ogni volta è stata accampata la necessità di utilizzare quel denaro per scopi più urgenti. Tornava di moda il vecchio pensiero “più case e meno piazze” che ha trasformato molti angoli del nostro paese in squallidi e pericolosissimi (dal punto di vista sociale) dormitori.

Oggi siamo di nuovo allo stesso punto. La grave emergenza in atto induce più di qualcuno a riflettere sulla necessità di ritirare la delibera posta all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale. Il Comune, come è noto, dovrà investire per gli espropri circa 800.000 euro. Una cifra che può apparire importante, ma che rappresenta soltanto il 6% dell’investimento complessivo (che ammonta a 13 milioni di euro). La restante parte sarà investita dai privati (attraverso un mutuo collegato al Credito sportivo, fino al 40%) e quindi ci sarà chi dovrà mettere del denaro prelevandolo dalle proprie tasche.

Forse – diciamo la verità – non c’è momento migliore per realizzare questa opera se si vuole immaginare un futuro di ripresa economica e sociale di questo territorio. E’ stato così nel nostro dopoguerra ed è così in ogni angolo del pianeta in cui si tenta di ripartire dopo eventi catastrofici avviando cantieri e realizzando opere.

Certo, la scelta di “andare avanti” richiede coraggio, ma senza di quello non riusciremo a superare questo momentaccio. E quel palaeventi potrà essere proprio il segnale che il peggio vogliamo metterlo alle nostre spalle.

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no_fumo_torchiarolo

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