PRE-DISSESTO – ANCHE LA POLITICA DIA L’ESEMPIO: TAGLI AGLI STIPENDI E NIENTE PREMI…

In queste giornate difficili per Brindisi, successive all’annuncio della situazione di pre-dissesto in cui versa il Comune, ognuno dice la sua. Si passa dalle tesi catastrofiste delle opposizioni all’esagerato ottimismo della maggioranza (che addirittura considera una opportunità questa condizione). In realtà, i cittadini riescono a comprendere ben poco di quello che sta per accadere.

Il dato certo è che l’ente locale brindisino spende più di quanto introita e questo ha comportato un deficit di circa venti milioni di euro. Colpa di Rossi? Certamente no! L’attuale sindaco non avrebbe potuto accumulare tanti debiti in così poco tempo. E non può essere colpa di uno in particolare tra coloro che lo hanno preceduto. La triste realtà è che le responsabilità maggiori vanno addebitate ad una macchina amministrativa da sempre incapace di fornire indicazioni reali alla politica in merito a ciò che realmente si poteva spendere. Un colabrodo di incapacità e inefficienze, cresciuto certamente all’ombra della politica, ma poi resosi autonomo, tanto da contare molto più di sindaci e assessori. Del resto, non è un mistero che in quel palazzo ci sia il “partito del commissario” che gioisce alla caduta delle amministrazioni e che proprio nei periodi di vuoto torna ad avere pieni poteri.

Certo, non sarebbe bastato questo a determinare l’attuale stato di crisi. Tutti – davvero tutti – hanno alimentato nel tempo alcune scelte penalizzanti per i conti pubblici. Per carità di patria risparmiamo ai nostri lettori la ricostruzione della nascita della società Brindisi Multiservizi, un carrozzone che è servito per fare decine e decine di assunzioni e per accontentare la “politica” nella scelta di amministratori e consiglieri. Uno scandalo a cielo aperto a cui si è cercato di porre rimedio quando è stato nominato amministratore un dirigente comunale al posto di un politico e quando è stato scelto un militare come medico aziendale per contenere una epidemia di disabilità. Dal 2013 sono stati abbatuti i costi legati al consumo di carburante, alle spese legali, agli appalti esterni e soprattutto si è posto un argine ad assunzioni e consulenze. Ma è ancora troppo poco per riportare i conti in sicurezza e per far pesare la BMS molto meno sul bilancio comunale.

E che dire, poi, della dissennata gestione dei servizi sociali? Anche in questo caso si è speso tanto, forse troppo, ma nessuno ha voluto far luce su ciò che è realmente avvenuto nella gestione degli appalti.

Potremmo andare oltre, molto oltre, ma è il caso di fermarci qui. Oggi la situazione è questa e bisogna affrontarla con la dovuta determinazione.

Abbiamo già detto che non è colpa di Rossi, anche se un appunto va fatto all’attuale sindaco. Come giustamente fa notare Articolo 1 nella sua nota, che i conti del Comune non fossero a posto lo si sapeva anche in campagna elettorale. Ed allora, non sarebbe stato più prudente limitare o annullare alcune spese, sapendo che andavamo incotnro ad una situazione di pre-dissesto? Davvero non si può attrarre turismo e far divertire la gente con una stagione estiva meno dispendiosa di quella del 2019? Davvero non si poteva tagliare qualcosa in tema di consulenze, assunzioni, collaborazione ecc. ecc.? E non c’è un modo per rivisitare il costo del trasporto pubblico, ottimizzando corse e tragitti? Ed anche in questo caso potremmo andare oltre…

Oggi, però, la situazione è questa e bisogna affrontarla. I cittadini continueranno a pagare tasse al massimo livello consentito e dovranno prepararsi ad ottenere meno servizi pubblici, a partire da mensa e trasporto-alunni.

In attesa di saperne di più, perchè la “politica” non dà un buon esempio ai cittadini? Sindaco, Presidente del Consiglio  ed assessori, ad esempio, si riducano lo stipendio del 30% (non è obbligatorio, ma ad Andria lo hanno fatto), si riduca l’importo del gettone di presenza per i consigli comunali, si riduca almeno del 50% il numero delle sedute delle commissioni consiliari (con il relativo risparmio dei gettoni di presenza) e, allo stesso tempo, si eliminino totalmente i premi per i dirigenti. Se è crisi è crisi per tutti e forse i cittadini gradirebbero vedere al loro fianco anche politici e dirigenti comunali. Non è risolutivo, ma sarebbe un buon esempio per far capire che siamo tutti pronti a rimoboccarci le maniche…

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