“L’operazione con cui la Polizia di Valona ha portato alla scoperta di un enorme carico di rifiuti tossici provenienti dal Porto di Brindisi, apre scenari inquietanti, non solo sul sistema dei controlli che, stando alle risultanze di tale operazione, sembrano molto più efficienti nel Paese delle Aquile che nel porto messapico, ma anche sulla loro provenienza”.
A dichiararlo è l’avvocato Euprepio Curto, già componente della Commissione Parlamentare Antimafia.
“Nella Legislatura 2010/2015 – ha continuato l’ex senatore –, cercai di porre all’attenzione del Governo regionale il tema dei rifiuti tombati, tant’è che presentai un emendamento di questo tenore: ““E’ istituito il fondo finalizzato alla verifica di eventuale presenza di rifiuti tossici tombati nell’area salentina (Lecce, Brindisi e Taranto) mediante l’istituzione di apposito capitolo con risorse finanziarie pari a 2 milioni di euro, a valere sul capitolo…..”, giustificando così l’emendamento: “Appare urgente, alla luce delle ultime rivelazioni riguardanti l’ipotesi di interramento di rifiuti tossici nel Salento, poter monitorare la loro effettiva esistenza attraverso gli strumenti tecnologici più avanzati, e cioè in grado di esaminare e individuare dall’alto, elementi di interesse anche nel sottosuolo, trasmettendo a terra in tempo reale dati di telemetria e di immagini: SKI, ARROW, DRONE, ULTRALEGGERI”.
“Pur tuttavia, l’ostilità di alcuni esponenti della sinistra pugliese, appartenenti alla categoria dei “duri e puri”, fece sì che tale emendamento non fosse approvato.
Fatto di una gravità assoluta, in quanto si hanno fondati motivi di ritenere che gran parte del Salento – e, soprattutto, l’area industriale di Brindisi – possa aver dato ospitalità a rifiuti tossici tombati, con danni incalcolabili sia sul piano ambientale, che su una effettiva azione di contrasto alle consorterie criminose che sullo smaltimento dei rifiuti hanno costruito colossali fortune economiche”.
“Che se poi – ha concluso l’ex senatore – dovesse corrispondere al vero che “alcuni dei fusti sequestrati dalla polizia albanese sono (sarebbero) targati Eni”, la vicenda assumerebbe contorni per davvero di una gravità assoluta tali da richiedere immediata chiarezza, nonché l’intervento immediato della Commissione Ecomafie guidata dal pentastellato Stefano Vignaroli”.
Avv. Euprepio Curto
Già Senatore della Repubblica