Presso il Bastione San Giacomo, Brindisi, si è tenuto un evento molto interessante sul tema:”Sacri cammini di Puglia verso Brindisi e il Santo Sepolcro”, organizzato dalla Fondazione “Di Giulio”, con il patrocinio della Società di Storia Patria della Puglia. Ha aperto i lavori, la prof.ssa Raffaella Argentieri, Presidente Fondazione “Di Giulio”, che ha focalizzato l’importanza di Brindisi, inserita ufficialmente nell’itinerario della Via Francigena, considerando anche il fatto che il 2018 è l’anno europeo dei beni culturali. È stato richiesto che la via Francigena possa diventare patrimonio dell’Unesco. È intervenuto il prof. Giacomo Carito che, con la solita chiarezza, ha tenuto una relazione completa sull’argomento. Non si può e non si deve dimenticare la nostra storia. Il Porto di Brindisi era il porto principale da cui i pellegrini si imbarcavano per raggiungere i luoghi sacri. Nel Medioevo, i tre luoghi che accoglievano i pellegrini da tutta Europa, erano:”Santiago di Compostela”, le tombe dei Santi Pietro e Paolo a Roma e il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Brindisi era il Porto di imbarco, da cui raggiungere le mete prefissate. La Puglia, quindi, non era una meta, ma, piuttosto, un transito. Nel periodo angioino, tutti i trasporti erano concentrati su Brindisi, che era il porto maggiore della Puglia per quanto riguarda quel periodo, poi il decadere della città e dell’intero sistema portuale pugliese, avvengono in connessione con il progressivo ritiro degli interessi angioini. Con l’avanzare dei Turchi, i percorsi dei pellegrini diventarono sempre più insicuri e, quindi, questa grande stagione si concluse. Rimane una grande stagione che, oggi, può, in qualche modo, attualizzarsi se si converte il nostro sistema verso il turismo lento. Anche il prof. Giuseppe Marella, Società di Storia Patria per la Puglia, ha contribuito con la sua relazione, all’importante argomento del convegno. Anna Consales
