SOSTEGNO PSICOLOGICO DELL’ASL – A QUANDO L’IMPLEMENTAZIONE DEL PERSONALE?

Asl Brindisi

Niat: a quando l’implementazione del personale?
Ci sarebbe un numero insufficiente di soggetti qualificati, nell’Asl di Brindisi, per garantire il più adeguato sostegno sanitario e psicologico a favore di soggetti in età evolutiva, cioè fino alla maggiore età, affetti da disabilità fisiche, psichiche e sensoriali e da disturbi della sfera neurologica e psichica, mediante l’erogazione di prestazioni socio-sanitarie finalizzate al recupero funzionale, scolastico e sociale. Famiglie che sarebbero lasciate  allo sbando, praticamente sole, ad affrontare anche i più semplici problemi quotidiani della vita dei loro bambini.  Questo è il forte grido d’allarme lanciato da tantissimi genitori per portare alla ribalta le difficoltà organizzative attualmente palesi in seno al reparto di neuropsichiatria infantile, il Niat, sito nell’ex Ospedale “Di Summa” di Brindisi, declassato da tempo da unità complessa ad unità semplice in nome dell’oramai molto noto riordino ospedaliero. Una situazione di insofferenza che si protrae oramai da tanto tempo.
Il NIAT, così come prevedono i Livelli Essenziali di Assistenza e il Piano Nazionale per la Salute Mentale, garantisce una presa in carico globale del minore disabile a livello diagnostico,terapeutico, riabilitativo, di integrazione/ inclusione scolastica e sociale. Allo scopo di soddisfare il suo mandato istituzionale, il NIAT, è stato organizzato, prima della proposta di riordino, con una Direzione, due UOS Unità Operativa Semplice, Psicologia Clinica e Psicoterapia dell’età evolutiva, e sei Centri territoriali che coprono il territorio provinciale.
In reparto, al netto della evidente disponibilità e della professionalità di chi ancora ci lavora, si nota immediatamente però la mancanza di quella quota di personale necessaria per garantire l’efficacia degli interventi a tutta l’utenza che si reca in questo reparto per chiedere supporto di ogni genere, a partire da quello sanitario per i loro assistiti. Con l’uscita dal mondo del lavoro per  al possibilità data da”Quota 100″ e per il raggiungimento della normale età pensionistica, mancano del tutto psicologi, logopedisti e pedagogisti. Non c’è al momento possibilità di ricambio generazionale perché non è possibile, per ora, espletare le necessarie procedure concorsuali ad evidenza pubblica, nonostante sia stata già pubblicata una prima delibera in tal senso e nonostante mesi fa lo stesso direttore generale dell’Asl di Brindisi, dott. Giuseppe Pasqualone avesse confermato a più riprese la mancanza di alcune di queste figure professionali.
Senza queste figure professionali di primaria importanza, sarebbe nullo anche il supporto necessario per la regolare frequenza scolastica dei ragazzi affetti da questo particolare tipo di patologia. Sarebbero poche anche le risorse economiche, fondamentali per un adeguato collegamento tra la struttura del centro di neuropsichiatria e lo stesso mondo scolastico. Per non parlare dell’eterno dilemma delle lunghe liste d’attesa, che avrebbero toccato persino i due anni. Per quanto tempo ancora le centinaia di famiglie che frequentano la struttura dovranno restare ancora sole? Sarebbe opportuno fare di tutto quanto sia possibile affinché questo fiore all’occhiello della sanità brindisina non appassisca del tutto.
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