UNA INTERESSANTE RIFLESSIONE SU UNA EMERGENZA EDUCATIVA

Riceviamo e pubblichiamo una interessante riflessione della dott.ssa Teodora Tiziana Rizzo, Pedagogista-Presidente Nazionale INAMEF, su una emergenza educativa.
Analisi pedagogica di una emergenza educativa.
In merito agli ultimi gravi episodi che riguardano i rapporti scuola famiglia è doveroso fare alcune considerazioni:
Chi ha vissuto la nostra epoca ha avuto il privilegio di vivere in un mondo dove il rispetto, le regole, l’educazione, erano i principi fondamentali del saper vivere. I nostri nonni poi ne sono stati i maestri. Nelle famiglie era alto il valore al rispetto, si parlava guardandosi negli occhi, ascoltando il tono della voce, senza distrazioni, si dava il pieno riconoscimento al ruolo dei sindaci, dei medici, delle forze dell’ordine, dei docenti, dei preti, figure secondarie educative, dopo la famiglia, di assoluta importanza, alle quali si doveva assoluta riverenza , erano un punto di riferimento importante per l’intera comunità.
La famiglia era riconosciuta nel suo ruolo. Con l’evoluzione, la tecnologia ha compiuto i suoi progressi, nulla in contrario, assolutamente favorevole…Il problema non è questo. Il problema nasce quando della tecnologia si fa un cattivo uso. Il problema siamo noi. Quando ci si illude di essere super sapienti, di potersi sostituire ai migliori avvocati, medici, psicologi, docenti, solo perche’ si leggono notizie su google interpretate male,quando si pretendono solo i diritti e non i doveri, il problema nasce quando viene a mancare il riconoscimento ed il rispetto verso quelle figure che invece, a prescindere da episodi che hanno potuto macchiare l’autorevolezza di tale ruolo, assolutamente questo non giustifica che se ne faccia di tutta l’erba un fascio, ci sono bravi medici, bravi sindaci, bravi avvocati, bravi docenti, bravi preti. Con tristezza, attraverso la mia professione, constato che non esiste piu l’ascolto, la comprensione, l’educazione, il rispetto per le persone. Se i minori hanno come punto di riferimento valori educativi basati sullo scontro, sulla disobbedienza, sulla comunicazione verbale e non verbale accusatoria, aggressiva, sul non avere rispetto per i ruoli, chiediamoci ad avere colpa sono i minori o gli adulti ?Non voglio creare allarmismi, ma c’e’una emergenza educativa che nasce nelle famiglie e che la scuola non può affrontare.Si deve lavorare sulle famiglie, dobbiamo partire dai genitori, aprire ad un dialogo, ad un confronto civile, da sempre parlo di creare spazi di incontro con le famiglie, di educazione alla genitorialita’. Nessuno è pronto per diventare genitore.
Anche i media contribuiscono a dare cattivo esempio, con alcune trasmissioni dove le urla e le offese personali fanno da cornice ed entrano con violenza nelle case di nuclei familiari. Quanti esempi negativi per i minori. La famiglia non deve entrare nella scuola, così come la politica. I gruppi wp dei genitori si sono rivelati fallimentari, sono nati i litigi più feroci, quante incomprensioni che, se non risolte e condivise de visu, portano ad una chiusura della comunicazione, a prese di posizioni con relativi schieramenti che distruggono i rapporti tra persone, tra adulti che dovrebbero essere gli educatori, e creano tensione anche tra gli stessi figli che sono costretti a schierarsi con i propri genitori. I genitori non devono entrare nel merito della didattica dei docenti dei propri figli, mai nessun nostro genitore ci è entrato, si aveva piena e massima fiducia nelle figure educative. Bisogna ricreare una nuova forma di comunicazione del rispetto dei ruoli e del rispetto per le persone. Forse non ci rendiamo conto ma si sta dando un esempio assolutamente negativo ai nostri ragazzi. Se un padre picchia un docente senza alcuna spiegazione sotto gli occhi di ragazzini impauriti, mi spiegate che adulto è? E quale eredità sta lasciando a suo figlio? Se un ragazzino picchia un docente o un proprio compagno, quali modelli educativi ha assorbito?
Ricordando i miei anni di scuola, quando un docente entrava in aula, ci alzavamo in piedi in segno di rispetto e di riconoscimento dell’importante ruolo educativo che il docente rivestiva. I nostri genitori ci hanno educato ad avere riconoscenza massima per i nostri docenti, anche se il docente non era uno stinco di simpatia, era il miglior docente del mondo. E noi siamo cresciuti bene, nessuno lo puo’ negare. Possibile che non si sappia più comunicare? Possibile che non ci sia più equilibrio? Possibile che la rabbia e la cattiveria abbiano così inaridito i cuori? Possibile che l’intolleranza nei confronti degli altri debba prendere il sopravvento? Urge una collaborazione forte tra le famiglie, le istituzioni, la scuola. Le agenzie educative hanno il dovere di tirare fuori i migliori strumenti dalla loro cassetta per gli attrezzi, per condividere e ricreare un dialogo, un confronto costruttivo e di pace. Occorre una seria educazione ai sentimenti, alle emozioni, all’affettivita’. Incitare all’odio, non porta a nulla…L’esempio deve nascere dagli adulti…Iniziamo dal rispetto per le regole, da una sana comunicazione costruttiva e propositiva, lasciamo da parte gli smartphone e impariamo a guardarci negli occhi, osserviamo il viso, le espressioni, i gesti di chi ci sta accanto, i ragazzi ci guardano, diamo un segnale forte di cambiamento, altrimenti la nostra società sarà un moltiplicarsi di bulli che si riflettono…siamo noi adulti che distruggiamo il mondo meravigliosamente puro dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti!! Riflettiamo…

Dott.ssa Teodora Tiziana Rizzo
Pedagogista – Presidente Nazionale INAMEF

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