VERTENZE DAMARIN CBS: IL CONSIGLIO DI STATO DA’ RAGIONE ALL’AUTORITA’ DI SISTEMA PORTUALE

Con due ordinanze depositate oggi, 18.10.2019, il Consiglio di Stato, V Sezione  ha respinto le istanze con le quali le Società CBS e DAMARIN, già dichiarate decadute per inadempimento dalle concessioni demaniali marittime che occupavano presso il porto di Brindisi, avevano chiesto di sospendere l’ordine di sgombero adottato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale.

I Giudici di Palazzo Spada hanno dato ragione all’Autorità di Sistema Portuale, difesa dal Dirigente avvocato interno Fulvio Mezzina, e hanno condiviso le argomentazioni dell’Ente pubblico e del Consorzio Cantieri Riuniti del Mediterraneo, difeso dall’avv. Antonio Ausiello, escludendo che nel caso in esame possa ravvisarsi un pregiudizio per le due società inadempienti, «stante la pendenza di trattative in corso tra le parti per il rilascio spontaneo dei beni per cui è causa, e che allo stato, come emerge dagli atti del fascicolo, tali trattative sono in stato avanzato, sicchè gli ostacoli ora invocati dalla CBS e dalla DAMARIN non sono suscettibili di refluire nella gravità e urgenza che legittima la concessione della richiesta misura cautelare».

In estrema sintesi, la vicenda.

Le Società brindisine CBS e DAMARIN, difese dall’avv. Durano erano state dichiarate decadute per inadempimento dalle concessioni di cui erano titolari per il mancato pagamento dei canoni di concessione e per altre inadempienze. La legittimità dei provvedimenti di decadenza era stata confermata dal TAR Puglia – Bari, con due sentenze del 2017, avverso le quali era stato proposto appello al Consiglio di Stato.

Parallelamente, della vertenza era stato investito, su richiesta della FIOM CGIL di Brindisi, il Comitato per il Monitoraggio del Sistema economico produttivo e delle Aree di crisi, istituito presso la Presidenza della Regione Puglia, presso il quale si sono svolte diverse riunioni nel tentativo di valutare la soluzione migliore che consentisse la tutela dei livelli occupazionali.

Più di recente, la questione è stata affrontata congiuntamente dall’AdSP, dal Comitato SEPAC e dalla Prefettura di Brindisi in ulteriori riunioni svoltesi presso l’Ufficio Territoriale di Governo di  Brindisi.

In particolare, il CONSORZIO CANTIERI RIUNITI DEL MEDITERRANEO(Consorzio costituito tra le Società Operazione s.r.l. di Napoli, S. & Y. S.r.l. di Napoli e Marine Management & Supplies s.r.l. di Napoli) ha presentato una formale istanza per ottenere il rilascio della concessione riguardante l’intero compendio occupato dalle due società inadempienti, impegnandosi tra l’altro, circostanza particolarmente rilevante, in caso di esito favorevole dell’istruttoria, ad assorbire nei propri organici il personale riveniente dalla due società dichiarate decadute dai rispettivi titoli concessori, per un numero complessivo di 19 lavoratori, e a corrispondere all’AdSP i canoni di concessione  non pagati da CBS e DAMARIN.

Il Consorzio, in particolare, si propone di sviluppare l’esercizio di attività di cantieristica e manutenzione navale e di motori marini, nonché attività di costruzione metalliche per installazioni off shore, refitting di navi commerciali e da diporto.

Il Consiglio di Stato ha condiviso, sostanzialmente, le argomentazione dei difensori dell’AdSP e del Consorzio Cantieri Riuniti. Infatti, un’interruzione della procedura in itinere per l’assentimento della concessione ad un nuovo soggetto imprenditoriale avrebbe potuto determinare il sopravvenuto disinteresse dell’operatore economico, con conseguenze nefaste per la tutela dell’occupazione e degli altri interessi pubblici, anche erariali, doverosamente tutelati dall’Ente portuale.

Ora c’è il sostanziale via libera del Supremo Giudice Amministrativo per procedere spediti verso una soluzione che tuteli non solo gli interessi  di carattere patrimoniale ed erariale per la mancata riscossione dei canoni, ma anche soprattutto quelli connessi al proficuo utilizzo per più rilevanti scopi di interesse pubblico delle aree demaniali (occupate sine titulo dall’appellante) con gravissimo pregiudizio per i livelli occupazionali.

 

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