EDISON – ADESSO QUALCUNO METTA DAVVERO TUTTE LE CARTE IN TAVOLA…

Ancora una volta la città di Brindisi si presenta divisa agli appuntamenti che contano. Il riferimento è al progetto per la realizzazione di un deposito di GNL da parte di Edison. Stiamo parlando di un impianto di cui si parla a Brindisi ormai dal 2018, anche se molti hanno cominciato ad interessarsi al problema solo ad agosto di quest’anno, quando c’è stato chi ha tirato fuori dal cilindro l’ormai famosa vicenda della torcia in verticale al posto della cosiddetta torcia a terra. Non penso di sbagliare se affermo che se non fosse stato per questa variazione progettuale forse nessuno si sarebbe accorto di nulla e Brindisi si sarebbe ritrovata il cosiddetto “bombolone” bello e pronto nel giro di un paio di anni. E’ stata proprio quella torcia a far svegliare tanti dal solito letargo che contraddistingue i brindisini nel momento delle scelte importanti. Una cosa alta “appena” 45 metri a cui si vogliono attribuire poteri nefasti inimmaginabili che probabilmente non ha. Nel frattempo, da un lato la nuova Amministrazione Comunale ha deciso di ritirare il ricorso presentato dal sindaco Rossi, mentre ambientalisti e qualche esperto hanno cominciato a verificare se ci fossero effettive ragioni per essere preoccupati. Un dato è servito da collante per tante persone: quel deposito di GNL realizzato lì, sui piazzali di Costa Morena, poteva rendere il porto di Brindisi meno polifunzionale. Ecco, si è partiti da questo per costruire uno schieramento di “contrari” all’impianto in cui si sommano quelli che proprio non vogliono il GNL (in quanto combustibile fossile) e quelli che potrebbero dire di “si” se il deposito venisse delocalizzato. Una sorta di movimento che vede insieme la Cgil, i Cobas, i movimenti ambientalisti, alcuni partiti politici ed ordini professionali e semplici cittadini.

Dalla parte opposta quelli del “si a tutti i costi”, capitanati da Confindustria, dalle altre sigle sindacali e dalle forze politiche di centro destra. Una qualche possibilità di intesa tra le parti in causa? Neanche a parlarne, almeno fino a stamattina. Si, perché se le cose stanno davvero così come le raccontano i capigruppo consiliari, allora qualche dubbio comincia a venire anche a chi fino ad oggi era convinto dell’utilità e della sicurezza dell’impianto. Partiamo da un dato: il segretario generale dell’Autorità Portuale Vespasiani e il responsabile di Edison Mattana pare si siano rimpallati la responsabilità di aver scelto quel sito. Un fatto non di poco conto visto i problemi che stanno emergendo. E si può parlare di “rimpallo” anche tra Vespasiani ed il rappresentante di RFI in merito al fascio di binari dei piazzali del porto commerciale. Il presidente del Consorzio ASI Rina ha detto che per loro la distanze che occorre è di trenta metri tra binari e deposito, mentre in realtà sarebbero solo una manciata di metri. Ebbene, chi si assume la responsabilità di autorizzare una misura minore? Da qui il batti e ribatti tra le due parti in causa, fino a quando RFI ha detto all’Autorità Portuale di chiedere lumi all’Autorità sulla sicurezza ferroviaria. Niente da eccepire e nulla di strano, se non fosse che il Comitato Tecnico Regionale e poi il Ministero hanno concesso le autorizzazioni per realizzare il deposito pur in assenza delle dovute garanzie sulla sicurezza per i treni che transitano lì vicino. Può davvero risultare concepibile che si sia autorizzato un impianto solo perché qualcuno – non si sa a che titolo e con quale autorizzazione – ha affermato che quei binari non erano utilizzati (dimenticando il costo di decine e decine di milioni per il collegamento di quei binari alla rete nazionale)? Su questo sarebbe opportuno sapere qualcosa in più da Mattana. Chi ha presentato quei documenti non supportati da pronunciamenti rassicuranti da parte di RFI? E stando così le cose – senza voler scatenare polemiche che adesso servono a ben poco – quanto può essere ritenuta valida una autorizzazione priva di tutti gli elementi necessari per poter garantire sicurezza per tutti?

A questo punto non servono risposte piccate o vendette trasversali. Occorrono solo risposte documentate scientificamente che i cittadini pretendono!

Mimmo Consales

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