Sabato 4 marzo alle ore 17,30 nella Sala Università di Palazzo Granafei-Nervegna, sarà
presentato il libro “Brindisi” di Rosanna Alaggio, ottavo volume della collana dedicata al
Medioevo delle Città Italiane diretta da Paolo Cammarosano per i tipi del prestigioso Centro Studi
sull’Alto Medioevo di Spoleto, sul modello dei taschenbuch largamente diffusi durante il XIX sec.
La presentazione di questa importante pubblicazione della professoressa Alaggio è il primo
evento organizzato dalla Sezione di Brindisi di Italia Nostra nel 2017, in occasione del ventesimo
anniversario (1997-2017) della costituzione della sede brindisina dell’associazione nazionale
fondata a Roma nel 1955. Il direttivo e i soci di Italia Nostra celebreranno dunque questo
significativo traguardo con una serie di iniziative, ben consapevoli che la tutela e la salvaguardia dei
beni culturali e ambientali costituiscono ancora una emergenza quotidiana.
Dopo il saluto di Maria Ventricelli, presidente di Italia Nostra – Sezione di Brindisi e
Cosimo Manca, presidente di Italia Nostra Puglia, interverranno Eugenia Vantaggiato, dirigente
Segretariato Regionale del Mibact per la Puglia e Maria Piccarreta, soprintendente Archeologia
Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto.
Marina Montesano, docente di Storia medievale presso l’Università di Messina illustrerà il
volume, il primo della collana pensato per raccontare una città del Sud.
Ma qual è la traccia lasciata dai secoli medievali a Brindisi? L’autrice Rosanna Alaggio
risponde a questa domanda ricomponendo le trame di un racconto disperso tra documenti scritti,
lacerti di mosaici pavimentali, capitelli e palinsesti di edifici. Ne risulta l’immagine di una città
celebre fin dall’antichità per le naturali peculiarità del suo bacino portuale e per la sua posizione
geografica, influenzata nel suo sviluppo storico dal ruolo strategico assegnatole dai sogni di
conquista dei sovrani normanni, dalle ambizioni espansionistiche delle corone sveva e angioina che
qui installarono il più grande arsenale del Regno, come pure dalle aspettative e dalle proiezioni
fantastiche di quanti, viaggiatori, pellegrini e crociati da questo porto si imbarcavano alla volta della
Terra Santa.
Per questo rapporto privilegiato con il mare, lungo una costa che per secoli coincise con il
confine che separava l’impero di Bisanzio dalla Cristianità occidentale, Brindisi divenne
espressione di un originale sincretismo culturale, ancora oggi percepibile nei volumi della Rotonda
del Santo Sepolcro, nei portali delle chiese e dei monasteri cittadini, in quell’orizzonte che si apre in
corrispondenza del Canale Pigonati, ancora oggi suggestione del passaggio in Oriente.