Il “25 aprile” visto dai consiglieri Elefante (PD) e Oggiano (FDI)
Domani si celebra nel nostro Paese la ricorrenza della Liberazione del 25 aprile. In questo periodo storico in cui l’Italia è ferma nelle proprie case per l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Coronvirus e per rispettare le varie prescrizioni dettate dal governo in tema di prevenzione, nessuna piazza d’Italia, nessun monumento dedicato ai Caduti delle Guerre ospiterà eventi celebrativi come in passato. E’ una data, è un evento che come sempre ha contrapposto varie parti politiche, sconfinando spesso in discussioni sterili e fuori dal tempo. Naturalmente, anche in questo periodo di difficoltà economico-sanitaria per il nostro Paese, ogni cittadino italiano può ricordare quel 25 aprile di 75 anni fa come vuole, nel rispetto della propria identità culturale, politica e personale e altrui. La Democrazia sopra ogni cosa. Ecco le riflessioni di due consiglieri comunali di Brindisi, Antonio Elefante del Partito Democratico e Massimiliano Oggiano di Fratelli d’Italia.
Consigliere Elefante, qual è la sua riflessione predominante per questo 25 aprile?
“Sarà un 25 aprile diverso, ma non bisogna dimenticarne il valore storico. E’ diverso perché bisogna mettere insieme tutte le cose nel rispetto ovviamente del vero significato storico di dell’epoca, contestualizzando, però il tutto a questo periodo storico che stiamo vivendo, in piena emergenza sanitaria”.
Elefante, cosa vuol dire?
“Vuol dire una cosa semplice. Ricordare come è giusto che sia il 25 aprile, ma senza celebrazioni, senza feste, senza clamori nel pieno rispetto della gente che sta morendo, che sta male, che ha perso il lavoro, che non vive bene per questa pandemia che ci ha travolto. Vado subito al sodo. C’è un dibattito su “Bella ciao” dai balconi sì e “Bella ciao” no. Assurdo. Chi denigra “Bella Ciao” non ha capito nulla della Storia e non ha giustificazioni di sorta. Ma anche chi vuole cantare dai balconi “Bella Ciao” non capisce questo momento che stiamo vivendo. Un momento doloroso. Bisogna avere più sobrietà e capire cosa ci è successo in questi due mesi. E’ un dibattito davvero sterile”
Lei è un uomo di sinistra e queste sue parole dimostrano il suo equilibrio in questo frangente che stiamo vivendo
“Non so se c’è equilibrio. Chi è di destra ovviamente pensa comunque di no, chi è di sinistra, ma poi bisogna vedere cosa si intende per sinistra, se i partiti o se chi è a sinistra dei partiti, perché sono cose diverse, pensa altrettanto, cioè con scarso equilibrio. Io so solo che bisogna avere rispetto ora. E quindi io, all’interno della mia casa, senza clamori, canterà non solo “Bella Ciao”, ma anche l’Internazionale e “Bandiera Rossa”. Ma nel mio intimo. Questo periodo merita rispetto”
Consigliere Oggiano, qual è la sua riflessione predominante per questo 25 aprile?
“Non è un momento inclusivo e a carattere nazionale, ma è sempre stata la festa delle bandiere rosse e di un antifascismo anacronistico. E’ una data che nega dignità e memoria a tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria, solo per la Patria, pur sapendo che si trattava di una guerra perduta, ma poi c’è un altro aspetto: l’antifascismo comunque finisce quando finisce l’antagonista da cui prende il nome, cioè dal fascismo. Questo è morto e sepolto e non può sopravvivergli il suo antidoto”.
Oggiano, questo cosa vuol dire?
“Mi sorprende che con il passare degli anni anziché attenuarsi l’enfasi del 25 aprile, come è legge naturale del tempo, regge invece all’ipocrisia faziosa e viene usata per altri scopi. Ieri per colpire Silvio Berlusconi, oggi Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Vado anche io al sodo. Io penso che è tutto anacronistico, anche la canzone “Bella Ciao”; è una canzone che non rappresenta la totalità degli italiani, ma è l’inno della sinistra e non deve avere un valore istituzionale. Ma è solo una canzone partigiana, cioè di una parte, forse minimale, e basta. Poi ognuno le dare la chiave di lettura che vuole nel contesto di questo periodo di emergenza sanitaria. Io naturalmente non la canterò neanche in casa”.
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Le è un esponente della destra e si evince dalle sue parole che la destra ritiene necessario dare una corretta lettura degli avvenimenti della storia. Perché?
Le è un esponente della destra e si evince dalle sue parole che la destra ritiene necessario dare una corretta lettura degli avvenimenti della storia. Perché?
“Il 25 aprile è solo una data celebrativa, a differenza delle altre ricorrenze nazionali, si pensi al 4 novembre in cui si ricordano infamie e dolori della Grande Guerra; invece nel 25 aprile è vietato ricordare le pagine sporche o sanguinarie che l’hanno accompagnata anche dopo il 25 aprile 1945 e distinguere tra chi combatteva per la libertà e chi voleva instaurare un’altra dittatura ovvero quella sovietico comunista”.