Primo Longobardo, sardo di nascita ma brindisino d’adozione, per avere sposato una brindisina, è la medaglia d’oro al valor militare al quale è intitolata una via al rione Casale. Un eroe di cui i brindisini dovrebbero andare fieri. Di sicuro la fierezza è quella di suo figlio Vincenzo, venuto alla luce sei mesi dopo la sua morte.
Nato nel 1901, Primo, entrò in Marina giovanissimo. Nel 1930 era a Tientsin al Comando del Distaccamento italiano in Cina. Successivamente comandò diversi sommergibili, la sua passione. Era la notte del 14 luglio 1942, quando in un atto eroico, a bordo di un sommergibile crivellato di colpi dal fuoco nemico ordinò l’abbandono del mezzo preparandone l’autoaffondamento. Primo Longobardo morì colpito al posto di comando immolando la propria esistenza alla Patria. L’atto eroico appunto, che gli valse la medaglia d’oro al valor militare. Il San Marco ha un legame importante con Primo Longobardo, legame suggellato dall’intitolazione del circolo ufficiali della Marina Militare, all’interno della base navale di Brindisi e da alcuni oggetti appartenutigli che suo figlio Vincenzo ha donato ufficialmente al museo storico del San Marco. Fanno parte della preziosa collezione un pugnale, le due medaglie d’argento al valor militare, una sciabola e altri cimeli tutti appartenuti all’eroe brindisino.
“Ho ritenuto che non dovevo tenere questi oggetti per me – ci racconta il figlio Vincenzo – ma che dovevano tornare al loro posto, al San Marco. Ogni volta che indosso quella medaglia conferita a mio padre, sento il peso ed il valore di quell’oggetto. Mi spiace che la maggior parte dei brindisini non sa chi sia stato mio padre, non ne conosce la storia eroica”.
Il San Marco nella sua sala storica e nelle sale del circolo ufficiali, conserva gelosamente gli oggetti di Primo Longobardo per tramandare alle future generazioni la storia di Primo Longobardo, una parte di quella del San Marco e il valore di un gesto eroico ai più sconosciuto.
Tiziana Piliego