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GLI ASPETTI GROTTESCHI DELLA VICENDA-BRONZI E I TANTI COLPEVOLI SILENZI…

Scopriamo da una testata on-line che “l’inizio delle operazioni” di ritorno a Brindisi dei Bronzi avrà inizio il prossimo 7 gennaio. Lo afferma la Soprintendente Maria Piccarreta con una sorta di comunicato stampa che a gran parte della stampa non è mai arrivato. E tutto questo, nonostante chi scrive abbia contattato personalmente la stessa Sovrintendente, disturbandola anche al suo telefono cellulare con l’invio di un whats app. Ma abbiamo fatto di più: abbiamo inviato una mail alla sua segreteria. Avremmo voluto rivolgerci ad un “contatto” indicato dalla Sovrintendenza, ma l’apposita sezione del loro sito è totalmente vuota.

Per noi niente risposte. Forse perché abbiamo avuto la “colpa” di aver sollevato il problema della follia di un trasferimento di beni che rimarrà nella storia come una delle cose meno sensate, con relativo sperpero di risorse pubbliche. Quei Bronzi – l’architetto Piccarreta lo sapeva bene – avrebbero potuto subire dei danni solo in presenza di un crollo della struttura museale o a causa di un violento spostamento d’aria. Sia un caso che l’altro non erano in alcun modo contemplati nei rapporti degli artificieri. Tutt’al più qualche scheggia avrebbe potuto raggiungere la zona evacuata, ma certamente non avrebbe potuto determinare alcun danno ai reperti.

E allora, perché il trasferimento a Lecce? Perché quel camion non ha atteso in una caserma delle forze dell’ordine lo stretto tempo necessario al disinnesco dell’ordigno? In tal modo, infatti, i reperti sarebbero rientrati immediatamente nel Museo Ribezzo.

Ed invece, dopo mille insistenze, apprendiamo indirettamente che il ritorno dei Bronzi “avrà inizio” il 7 gennaio.

Perché questa attesa di 22 giorni? Perché sottrarre i Bronzi ai visitatori che avrebbero potuto ammirarli durante il periodo natalizio? Oppure il personale addetto andrà in ferie (come gli studenti) dal 20 dicembre sino al giorno della Befana?

Conosciamo perfettamente il pensiero di un bravo ministro come Dario Franceschini (uno dei più bravi che ha occupato quella poltrona) e quindi gli comunicheremo cosa è avvenuto e cosa sta avvenendo, al di là delle lettere in burocratese che contraddistinguono il rapporto tra Ministero e Soprintendenze. Chiederemo a Franceschini di spiegare ai suoi Soprintendenti come ci si rapporta con il territorio, cosa significa “trasparenza” (e quindi la necessità di indicare i costi di questo inutile trasferimento, della relativa polizza assicurativa, ecc..) e soprattutto come ci si interfaccia con la stampa a cui si ha il dovere di fornire delle risposte, nell’interesse dei cittadini che pretendono di essere informati.

Al comportamento del Soprintendente si aggiunge quello della direttrice del Museo da cui, francamente, ci saremmo aspettati almeno un cenno di vita sulla vicenda-Bronzi. In fine dei conti, un direttore è il primo responsabile (oltre che custode) dei reperti e quindi è inspiegabile il suo silenzio.

Il tutto, senza parlare dei soliti leoni da tastiera che, temendo un attacco politico nei confronti di sindaco o di chissà chi altro, hanno tirato fuori la storiella che tanti brindisini quei Bronzi neanche li hanno visti. E cosa c’entra???

Facciamo un esempio facile facile: in Italia ci sono milioni di tifosi della Juventus, eppure gran parte di loro non ha mai visto dal vivo una partita dei bianconeri. E tutti gli italiani sono fieri di avere il Colosseo, ma milioni di persone non lo hanno visto, se non sulle cartoline. Cosa significa? Che non possono lamentarsi se qualcuno provoca un danno a quel segno della storia o se la Juve perde una partita?

La verità vera è che su tutta la vicenda-ordigno sarà il caso, appena chiarite responsabilità e fatti due conti sulle spese sostenute, di mettere una pietra tombale. Perché non è stata una bella pagina per nessuno.

Mimmo Consales

 

 

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